mercoledì 22 dicembre 2010

DON AMORTH E MARIA SANTISSIMA







DON AMORTH E MARIA SANTISSIMA
   LA CONSACRAZIONE A MARIA

E’ bello parlare della Consacrazione a Maria in questa Basilica (San Pietro) in cui un Papa che abbiamo tutti nel cuore si è presentato al mondo TOTUS TUUS .
Ma approfondiamo il concetto di Consacrazione.  Consacrare è separare dall’uso profano qualcosa, qualcuno, per farne uso esclusivo per il culto di Dio.  Per ciò la consacrazione può essere fatta solo a Dio.
Perché allora consacrarci a Maria? Per il suo ruolo nel piano della redenzione.  In cui è sempre associata a Cristo. Maria è tutta un riferimento a Cristo, per cui anche la Consacrazione a Lei a lo scopo di appartenere interamente a Gesù. Il Montfort, il grande apostolo della Consacrazione a Maria, la chiama “Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria”, e ha di vulgato quella famosa formula breve: “Io sono tutto tuo e tutto quanto posseggo te lo offro, amabile mio Gesù, per mezzo di Maria, tua Santissima Madre”.
Ma vediamo in primo luogo i testi biblici in cui risulta che Iddio ha associato Maria a Gesù, in tutto il piano della Redenzione.  Ne scelgo tre.

PRIMO: (Genesi 3, 15.) Adamo ed Eva hanno peccato. Dio li caccia dal Paradiso terrestre. Ma dà loro una grande speranza del Redentore, con quelle parole che siamo solito chiamare protovangelo : “Porrò inimicizia fra te e la Donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; Essa ti schiaccerà il capo”. E’ la stirpe della donna, ossia suo figlio, che sconfigge satana. Ma la Madre è così associata all’opera del Figlio, che giustamente pittori e scultori rappresentano Maria nell’atto di schiacciare la testa al serpente. “Gesù è venuto per distruggere le opere di satana”.(Gv).

SECONDO : L’Annunciazione.
Qui l’associazione di Maria all’opera della Redenzione raggiunge il suo punto culminante. Il Concilio non ha esitato a dire: “Era necessario che il consenso di Maria precedesse L’Incarnazione del verbo”. La divina Maternità di Maria è il centro della sua missione e della sua grandezza.
Dio ha voluto darci Gesù per mezzo di Maria.
TERZO:  Hai piedi della Croce.
Anche in quel momento supremo della Redenzione Maria si associa interamente al figlio. Il Concilio dirà la parola più forte è più nuovo: Maria era consenziente.
A che cosa consentiva? Alla volontà di Dio: così vuole di Padre, così ha voluto Gesù, così vuole Lei.

Il nostro Consacrarci a Maria è un seguire la volontà di Dio, che ha voluto servirsi di Maria perché Gesù si Incarnasse e attuasse l’opera della Redenzione.
La Consacrazione a Maria ha una storia molto antica. Noi abbiamo ben presenti le ultime grandi consacrazioni del mondo. La più solenne è stata quella pronunciata da Giovanni Paolo II il 25 Marzo 1984, in unione con tutti i vescovi del mondo, a cui fece seguito il crollo del regime comunista senza colpo ferire.
Ma la Consacrazione ha una storia molto remota. Già la più antica preghiera Mariana, SUB TUUM  PRAESIDIUM  del III secolo, presenta un popolo che si affida a Maria: “Sotto la tua protezione ci rifugiamo, Santa Madre di Dio…”.
Così ritroviamo le Consacrazioni lungo i secoli. Bellissima la formula di consacrazione di Sant’Ildefonso di Toledo (morto nel 667), anche se il primo ad usare l’espressione “Consacrazione a Maria” è stato San Giovanni Damasceno, morto nel 749.
In tutto il Medioevo è una gara di città è comuni che si affidano a Maria, spesso presentandole le chiavi della città, in suggestive cerimonie. Ma è nel XVII secolo che iniziano le grandi consacrazioni nazionali:
La Francia nel 1638 - il Portogallo nel 1644 - L’Austria 1647, la Polonia nel 1656… L’Italia è arrivata tardi, nel 1959 perché non aveva ancora raggiunto l’unità nazionale e perché le precedenti proposte rimasero senza attuazione.

Dopo le Apparizioni di Fatima le consacrazioni si  moltiplicavano             sempre più. Ricordiamo la prima consacrazione del mondo, pronunciata da Pio XII nel 1942, seguita nel 1952 dalla consacrazione dei popoli russi. Ne seguirono tante altre. A conclusione delle varie preregrinatio Mariae si terminava sempre con la consacrazione al suo Cuore Immacolato. E ricordiamo come Giovanni Paolo II , nel suo primo itinerario nelle varie nazioni del mondo, sempre consacrava ogni nazione a Maria.
E finalmente entriamo più a fondo, per comprendere il significato della consacrazione. E’ un atto denso e impegnativo, che sempre più ha avuto risalto nella via dei fedeli e nella via stessa della Chiesa. Ma attenzione ad un fatto molto importante: di sua natura ha consacrazione non è un atto fino a se stesso, bensì è un impegno che va vissuto giorno per giorno. Diceva Pio XII nel 1946, pochi anni dopo aver fatto la prima consacrazione del mondo nel 1942 : “Per raccogliere frutti abbondanti e duraturi dalla consacrazione a Maria, occorre intenderne il senso vero, comprenderne tutta la portata, assumerne lealmente tutti gli impegni”.
A tale scopo vi propongo sei punti di riflessione.

Primo- Il primo motivo che ci fa comprendere l’importanza della consacrazione a Maria è l’esempio di Padre, che ci ha dato Gesù per mezzo di Maria, affidandola a Lei.
Ne consegue che la consacrazione è riconoscere la divina Maternità di Maria e affidarci a Lei,come a Lei si è affidato Gesù : da Lei nato e cresciuto sotto la sua guida. Consacrarsi a Maria è allora imitare l’esempio di Gesù che si è affidato a Lei. Possiamo dire con verità che Gesù è il primo consacrato a Maria.

Secondo - (La consacrazione a Maria è un mezzo per farci vivere in pienezza la nostra prima consacrazione a Dio, che è quella Battesimale. E’ per ciò un impegno a vivere con fedeltà i voti battesimali. E poiché Maria vive tutta per Gesù e porta tutti a Gesù, la consacrazione a Maria tende a unirci più intimamente al Redentore, fino a poter dire come San Paolo: “Non sono io più che vivo, ma è Cristo che vive in me”.

Terzo - La consacrazione è un impegno ad imitare Maria, che non è solo la Madre del Signore, ma ne anche la più fedele discepola, Colei che ha detto sempre di sì a Dio, senza condizioni. E’ per ciò un impegno a imitare, col suo aiuto, le sue virtù. In particolare Lei è L’Immacolata, e questo ci impegna nella lotta contro il peccato. Lei è L’Umilissima serva del Signore, e quindi ci impegna a combattere contro il nostro orgoglio. Lei è ubbidientissima a Dio e così ci incoraggia a ricercare e a fare in tutto la volontà di Dio. Alla sua scuola, ossia ubbidendo a Lei, siamo certi di ubbidire a Dio.

Quarto - Consacrarsi è accogliere Maria nella vostra vita, dietro l’esempio di Giovanni, a cui Gesù disse dalla Croce: “Ecco tua Madre”. E Giovanni ha compiuto un gesto di accoglienza che è molto esemplare per noi. Il testo greco eis ta idia, viene tradotto in vari modi: “L’accolse tra i suoi beni spirituali, l’accolse nella sua casa”. Mi piace la traduzione scelta dall’attuale pontefice Benedetto XVI quando pronunciò l’omelia durante il funerale di Giovanni Paolo II. Ha riferito la traduzione: “L’accolse nell’intimo del suo essere”.
Da parte sua Maria ha preso molto sul serio la sua Maternità su di noi: Ci tratta come figli, ci ama come figli, ci educa come figli, provvede a tutto come si fa con i figli. A noi spetta (ed è uno dei fini della consacrazione) riconoscere questa Maternità spirituale, accogliere Maria nella vostra vita, essere docili a Lei per sempre operante la sua presenza e la sua azione Materna su di noi, mentre non si stanca di ripeterci, come hai servi delle nozze di Cana: “Fate quello che egli vi dirà”.

Quinto  – Non si può accogliere Maria se non si accolgono  i fratelli, che sono tutti i figli di Maria. E’ attuare il comandamento nuovo di Gesù: Amatevi come io vi ho amati. E’ essenziale e non ammette esclusioni. Aggiungo poi che certe frasi diffuse, come Credo in Dio, ma non credo nei preti, ossia non credo nella Chiesa Cattolica” non hanno senso soprattutto se si è consacrati a Maria, che è Madre della Chiesa.

Sesto - E non può mancare un pensiero conclusivo: ci consacriamo a Maria anche perché confidiamo nella sua potente intercessione. Abbiamo bisogno di tutto, e Maria è la Mediatrice di tutte le grazie. Dio L’ha resa cos’ grande, così potente, a nostro vantaggio. Ci dice il Concilio Vaticano II che Maria, Assunta in Cielo, continua la sua opera Materna su di noi, fino a vederci sicuri in Cielo. Noi ci raccomandiamo a Maria in tutte le nostre necessità, ma soprattutto perché  preghi per noi”adesso e nell’ora della nostra morte”: sono i due momenti principali della vita.