giovedì 14 luglio 2011

Il Pudore


Il Pudore
Di Don Dolindo Ruotolo

“Che male c’è”. E’ questo è il ritornello di quelle presuntuose sfacciate, ed è illusione pensare che quelle che fanno questa domanda siano ragazze candide, ingenue e innocenti come vogliono apparire.
Un carbonaio, abituato ad avere le mani nere, crede normale la sua sporcizia (e nel suo caso è una sporcizia  non consapevole). Così, quelle che dicono sfrontatamente che non c’è nulla di male a portare certi vestiti ed avere certi comportamenti, dimostrano di avere il cuore già corrotto e una consumata abitudine alla sporcizia morale. Sostengono  di cercare solo l’ammirazione, ma poi sono ben felici quando vedono qualche povero allocco cadere nella rete; cercano l’avventura un po’ piccante per poterla poi raccontare con ricchezza di particolari alle loro amiche. E vorrebbero farci credere che tutto questo è solo un gioco innocente, una sfarfallata di gioventù, un modo scontato di vivere in società.

E’ UN MALE GRAVISSIMO

Eppure il male c’è ed è gravissimo: è quello scandalo per evitare il quale Gesù non ha esitato a dire che sarebbe meglio persino cavarsi un occhio, o tagliarsi un piede o una mano, o finire in fondo al mare con una pietra al collo (cfr Mc9, 42-47).
Le donne che si esibiscono con una moda provocante diventano l’occasione di molti peccati di pensiero e questo è già un male gravissimo; attirano i giovani sulle vie della corruzione prima e della perdizione poi, suscitando in loro desideri disordinati; favoriscono la tentazione all’adulterio anche in uomini maturi, e possono causare la rovina di intere famiglie.
Se tu rifletti su questo, o donna cristiana, non ti metteresti in mostra con tanta facilità, e la tua coscienza ti farebbe tremare al solo pensiero di sconvolgere la pace di un’anima e di strapparla a Dio, per la sola stupida ambizione di mostrarti e di essere ammirata!
Ci sono persone che giungono persino a giudicare come ipocrisia la modestia e come mancanza di ipocrisia, cioè sincerità, il vestire in maniera immodestia! Forse non hanno del tutto torto, perché di fatto è sincerità mostrarsi all’esterno per quello che si è all’interno, e cioè apparire, davanti agli altri, depravate, leggere ed incoscienti come lo si è nel proprio cuore.
Ma questa sincerità è più giusto chiamarla “sfacciataggine”; è la sincerità del rapinatore che in pieno giorno, davanti a qualcuno che lo vede, senza vergogna strappa una borsetta e fugge.

ARRESTO DELLA TENSIONE DELL’ANIMA VERSO DIO

“Che male c’è?”. Il male c’è ed è immenso. Voi rubate a Dio le anime, poiché le distogliete da Lui e le concentrate nella materia e nel fango. Voi siete come un idolo eretto nelle strade per gli uomini che passano, e cercate di offuscare nei loro cuori la legge di Dio; proprio come gli Ebrei che elevarono il vitello d’oro mentre sul Sinai si manifestava la gloria divina, ed il Signore dettava le tavole della legge.
Voi arrestate di colpo la tensione di un’anima verso Dio, concentrandola sul corpo; spegnete le scintille di Grazia che cominciavano ad accendere un cuore e lo ricacciate violentemente nell’abisso della sensualità. Voi rischiate di troncare un disegno soprannaturale che si stava formando in un essere consacrato a Dio e che per colpa vostra può cadere nel tormento della tentazione o nelle frenesie del peccato. Potete essere come la scintilla che accende la miccia e arriva a far esplodere una passione nascosta: diventare responsabili di tutto il male morale che ne deriva!

CONCENTRATA TUTTA SUL PROPRIO CORPO

“Che male c’è?”. Anche se altre anime non ne risentissero danno, il male sta in voi creature di Dio, chiamate ad amarlo e a glorificarlo! Vi concentrate tutte sul vostro corpo, perdete ore e ore per curarlo e abbellirlo, ore delle quali renderete strettissimo conto a Dio.
Vi compiacete di voi stesse con gravi colpe di immodestia, di orgoglio, di seduzione, e fate tutto questo non per essere ordinate nell’aspetto, cosa del tutto legittima, e per tutelare il vostro decoro come creature di Dio, ma per ostentare la vostra carne, per attirare a voi gli uomini con quell’esca di morte, per suscitare un torbido interessamento introno a voi, con un esibizionismo gravemente immorale!
Anima cristiana, creatura insensata, perché ti lasci dominare dal tuo corpo, del quale devi essere non serva ma regina?m
Vuoi finire prigioniera nella morsa della carne?
Non sei tu la prima ad essere danneggiata dalla tua vanità?
Non ti accorgi che così facendo rovini te stessa?
Non ti accorgi che sei così schiava del tuo corpo, che non sai rinunciare a nulla e non ti pieghi neppure davanti la morte?
E’ raro che una donna non commetta qualche colpa quando ha la smania di farsi notare e di attrarre.
E così non si accorge che appare svilita, e che dopo essersi ben ornata, ha spento la luce del suo pudore, l’unica luce che poteva rendere i suoi lineamenti dei riflessi della bellezza di Dio!
Se tu riconoscessi che c’è in te qualcosa che è capace di turbare l’anima di qualcuno, non dovresti nasconderlo, questo qualcosa, piuttosto che mostralo?
Come puoi stare tranquilla se pensi che stai suscitando una tempesta in chi già naviga con fatica verso l’eternità?
Hai il dovere strettissimo di vestirti e comportarti in modo tale da sembrare un fiore di purezza, profumato dalla Grazia di Dio. Quanto è penoso pensare che tante creature, che pur sono raggio della bellezza di Dio, si deformano, si profanano, si avviliscono e diventano, anche senza pensarci, ministre e serve di Satana nella perdizione delle anime, di quel Satana che si unisce agli uomini nel deriderle e disprezzarle!

RUIVESTITI DI CRISTO GESU’

Tu donna cristiana, devi rivestirti di Gesù Cristo, poiché sei stata lavata dal Sangue del tuo Redentore e sei stata arricchita dei suoi meriti.
Satana tenta di sfigurarti, vuole screditarti presso Dio, e non potevano far guerra a Lui, cerca di avvilire la sua immagine in te.
Che cosa diresti vedendo un’opera d’arte di purissimo stile classico, ricoperta di calcinacci, o di pitture e ornamenti barocchi? Diresti che è stata profanata.
Ecco, tu sei un capolavoro della creazione, un’opera d’arte di Dio, armonizzata dalla sua Sapienza, e Satana cerca di profanarti, ricoprendoti di miserie e di brutture.
Il colore delle unghie, per esempio, è armonizzato con il tono della pelle, l’arco delle sopracciglia è proporzionato all’occhio, il rosso delle labbra si intona col volto. E infatti, come sai, quando per un’emozione il volto si sbianca, anche le labbra impallidiscono. I lineamenti esterni sono un riflesso dell’anima e danno al viso la vera espressione dell’arte.
Ora, un trucco troppo appariscente, oltre a renderti sgradevole, deforma la tua armonia, ti fa perdere la tua vera espressione, diventi ridicola, e … Satana sghignazza alle tue spalle.
Ti deride perché ti vede schiava di abitudini sciocche e di stranezze degradanti.
Ti deride perché riesce a farti occupare il tuo tempo prezioso in queste “povertà” e perché profana in te l’immagine del Creatore.
Ti deride perché invece  di rivestirti spiritualmente come sposa per il regno eterno, ti sfigura: dovresti comparire innanzi a Dio come i bei fiori del campo, e invece sei tutta appassita; dovresti profumare il pellegrinaggio terreno e invece lo appesti!
Se tu potessi vedere come sei spiritualmente sfigurata quando t’inorgoglisci per le forme del tuo corpo e le esponi alla profanazione di sguardi curiosi e pieni di malizia!

AMMIRAZIONE CONCENTRATA SUI SENSI

Credi di piacere almeno agli uomini? Tutt’altro! Ti corrono dietro per prendersi gioco di te: sognano l’”usa e getta” e tu nemmeno lo sospetti; ti lodano a parole, ma in cuor ti disprezzano, e tu non te ne accorgi; fingono di essere affascinati dalla tua bellezza, ma non ti sposerebbero mai, mentre tu ti illudi di “trovare un buon partito”; parlano tra loro di te , chiamandoti con titoli vergognosi, e tu ti illudi che siano ammaliati dal tuo fascino. E’ una cosa veramente penosa!
L’ammirazione che fingono di avere per te è puramente sensuale, perché non è rivolta alla tua “persona”, ma al tuo “corpo”; ti guardano come un oggetto di piacere perché ti accomunano alle prostitute.
Se uno venisse a te strapparti il vestito, con quale forza e con quale rabbia lo ricacceresti! E se giungesse ad eccessi peggiori, chiameresti aiuto e lo denunceresti!
Ora, gli occhi che si fermano sui tuoi indumenti per intravedere ciò che non devono vedere, non cercano forse di strapparti il manto dell’onesta e del pudore?
Ci pensi che, barbata in quel modo, con tutte le tue forme in evidenza e con la procacità della tua immodestia, passi fra tanti profanatori che ti svestono con gli occhi?
Ti svestono, ma non ti stimano per niente; l’ammirazione la riservano solo alle ragazze pudiche che sono come templi vivi del Signore!

COME OROLOGI DI PIAZZA…

L’uomo è senza dubbio corrotto, e disgraziatamente corre là dove trova il male e le brutture, come corrono le mosche sullo sterco, ma poi, non soddisfatto delle brutture di cui si nutre, quando vuol prendere moglie, va a cercarla tra le ragazze oneste, semplici e modeste. Anche i più navigati nel mare fanno così. Questo dimostra con quale disprezzo guardano a quelle donne che seguono scriteriatamente la moda, proprio loro che nella loro vita ne hanno viste e … burlate tante.
E tu vuoi diventare lo zimbello di tutti per poi non trovare neppure il vero compagno della tua vita?
E vuoi essere come quegli orologi di piazza che tutti guardano e che nessuno prende? Vuoi restare schiava della moda fino alla vecchiaia, perennemente truccata a dismisura, in cerca di avventure che puntualmente diventano sventure?
O vuoi essere una madre infedele che cammina per le strade raccogliendovi le spazzature dei peccati altrui e che dissacra il santuario domestico portando in casa il peso della sua responsabilità come maledizione?