mercoledì 13 luglio 2011

NELLA CASA DI DIO


NELLA CASA DI DIO
                                                     

di Don Dolindo Ruotolo

IPOCRISIA E SFACCIATAGGINE

Ci sono donne che andando in Chiesa si fermano un attimo fuori dalla porta per mettersi un golfino, o per coprirsi le spalle con un foulard; e ce ne sono altre che entrano come si trovano, con le braccia completamente scoperte, mezze scollacciate, e si illudono di essere a posto. Le prime commettono un atto di ipocrisia e le seconde, più sfacciate, un atto di profanazione. Dio è in ogni luogo, non solo in Chiesa, e se tu ti copri un p prima di entrare, significa che ti sei accorta di non essere vestita in maniera abbastanza modesta. Se non puoi entrare in Chiesa a causa del vestito che hai, come puoi pensare di restar vestita in quel modo per strada, dove sei ugualmente alla presenza di Dio?
E tanto brutto uscire dalla Casa di Dio e svestirsi di qualche cosa: è un chiaro atto di accusa contro la propria immodestia.
È poi tanto penoso vedere nel luogo sacro le profanazioni del mondo, che sono causa di tanti castighi da parte del Signore!
Come si pu implorare la misericordia di Dio con indosso un abito che provoca il suo sdegno e la sua giustizia?
Il Sacerdote non va all'altare se non è vestito dei sacri paramenti, tanto è grande il rispetto che si deve alla divina Maestà, e tu vuoi andare nella Casa del Signore con gli abiti del peccato?
Come puoi mostrare la tua orgogliosa immodestia proprio lì dove avresti bisogno di presentarti in atteggiamento di profonda umiltà?
Pregare con l'orgoglio del mondo, significa essere più tracotante del fariseo che uscì condannato dal tempio; pregare disubbidendo alla Legge di Dio, significa commettere una profanazione peggiore di quella che commise Uzza toccando l'Arca contro il divieto di Dio (cfr.: 2 Sam 6,6-7); pregare col cuore dissacrato dalla vanità, significa commettere una colpa più grande di quella che commisero Core, Datan e Abiram, che offrirono l'incenso su incensieri profani (cfr.: Nm 16 e 17,1-5).
Tu che vai in Chiesa e ti avvicini al Tabernacolo di Gesù, all'Altare dove il tuo Signore si offre vivo e vero, al trono della sua amorosa Maestà, circondato dagli Angeli, come puoi stare fra gli Angeli vestita come piace a Satana? Non ti rendi conto che provochi scandalo a tanti e che causi distrazione e disgusto a chi vuol pregare?

C'E UN ABITO PER LA CASADI DIO

C'è un vestito da teatro, un vestito da salotto, uno per le riunioni familiari ed anche uno per il lutto. Il mondo non permette che si vada a riunioni importanti senza un vestito adatto. Questo ogni persona lo trova logico; tanto è vero che se una donna va a teatro e le si fa notare che non pu entrare vestita in un certo modo, non si ribella, nè pretende di aver ragione. Solo in Chiesa ognuno pretende di entrare come crede e non tollera osservazioni di alcun tipo. È uno spettacolo nauseante! Per entrare in Chiesa occorre un abito semplice e rispettoso della modestia; bisogna stare in atteggiamento umile e riservato, come si addice a chi va a pregare la divina Maestà.
Bisogna assolutamente, e ripeto: assolutamente, bandire le gonne corte, o i semitrasparenti, o esageratamente attillate, o con spacchi: cose tutte che sono nate dalla malizia, che si portano con malizia e che generano altra malizia.
Che questo mercato della malizia avvenga proprio in Chiesa, nella Casa del Signore, è vergognoso e assolutamente intollerabile.
E oltre a queste cose più gravi, bisogna evitare tante altre sciocchezze che non si addicono a chi dovrebbe andare alla presenza di Dio con la corda al collo, vestito di sacco e con la cenere sul capo!
È un dovere grave nei confronti della Maestà del Signore ed anche per il riguardo dovuto ai Sacerdoti (cfr.: 1 Tm 5,17), come dice San Paolo, e a tutti gli altri che sono presenti. Non si pu costringere un Sacerdote a provare imbarazzo quando amministra i Sacramenti, o a dover fare dei severi rimproveri che disturbano la pace della Casa di Dio. Bisogna avere coscienza che il luogo è sacro e non profanarlo in alcuna maniera.

COME ANGELI E NON COME IDOLI NELLA CASA DI DIO

"Ma io sono andata in quella Chiesa vestita così e nessuno mi ha rimproverata". È deplorevole! Purtroppo qualche Sacerdote si scoraggia, e anche se in Chiesa c'è qualche donna vestita in modo immodesto non interviene, o per una falsa prudenza, o per un'estrema tolleranza. Questo per non scusa davanti a Dio, perché è impossibile non capire che certe cose sono sicuramente indecorose e possono essere anche sacrileghe.
Donne, non vedete quanto male, quante oscenità, quanti scandali ci sono nel mondo? Non vi accorgete dei castighi che piovono sulla terra inviati dalla giustizia di Dio? Non desiderate implorare e meritare almeno in parte la misericordia di Dio?
Andate dunque in Chiesa come angeli oranti, ammantate di purezza, di modestia, di umiltà e di amore soprannaturale.
E se notate qualcuna che dimentica il rispetto dovuto al luogo sacro, abbiate voi la carità di avvertirla, affinché non siano costretti a farlo, con maggior severità, i Sacerdoti.
Difendendo voi stesse l'onore di Dio e della sua Casa, il Signore vi userà pietà, ascolterà la vostra voce e vi ricolmerà di Grazie. Pensate che una donna immodesta in Chiesa irrita Dio come un idolo nella casa del Signore (ctr.: Ger 32,34), è "abominazione" e porta "desolazione".
Pensate che una donna immodesta in Chiesa è come un demonio vivente, che con la sua presenza profana dei cuori e li distrae dalla familiarità col Signore.
Chi oserebbe distrarre i ministri di un governo impegnati in importanti trattative di pace? Ebbene, pensate che in Chiesa si trattano gli affari più importanti, per la vita temporale e per la vita eterna. Dunque, non vi rendete causa di distrazione e pietra di scandalo, e non attirate sulla terra la maledizione minacciata contro i profanatori del luogo santo.

CONCLUSIONE
SPECCHIO E PUDORE
Una donna, quando si vede rimproverata per la sua immodestia, si sente imbarazzata e si arrabbia, perché lei non si considera affatto immodesta.
Forse non ha uno specchio per vedersi? No affatto, perché anzi sta davanti allo specchio per ore e ore. E allora?
Ci che le manca è lo specchio spirituale, col quale e solo col quale potrebbe valutare la sconvenienza del suo abbigliamento, in altre parole ha perduto il pudore. Lo specchio spirituale è la Legge di Dio, è il decoro cristiano, è l'esempio della Vergine SS.ma e dei Santi, è la parola del Papa, dei Vescovi e dei Sacerdoti. Questa è la legge di un'anima, essa non pu farsi guidare dal mondo e se ha perduto il pudore lo deve riacquistare.
È una cosa difficile, lo riconosco, perché una donna che comincia gradatamente a svestirsi, non si ferma che quando non ha più nulla da togliersi. Riacquistare il pudore è difficile, ma non impossibile: basta volerlo e cercare l'aiuto del Signore!
Bisogna boicottare le usanze del mondo. Bisogna ripudiare tutto ci che è immodesto. Se le donne cristiane usano questo criterio... certe mode non si diffondono tra i discepoli di Cristo. È un dovere gravissimo! Guai a quella che per prima dà il cattivo esempio e guai a quelle che lo copiano!
Ricorda le sagge parole di Pio XI: "Quando pensate al vostro abbigliamento, pensate anche, o donne, a come vi ridurrà la morte". Tutto passa, ma l'anima sopravvive alla morte e vivrà per sempre; dunque, bisogna principalmente preoccuparsi della sua salvezza eterna.
Un corpo curato peccaminosamente in vita, sarà un corpo obbrobrioso nella risurrezione; e chi vuol essere così insensato da agghindarlo in vita per sfigurarlo e farlo soffrire in eterno?
Prometti perci al Signore, fermamente, di essere fedele al voto fatto nel Battesimo e rinnovato nella Cresima: "Rinuncio al mondo e a tutte le sue seduzioni"