martedì 21 febbraio 2012

Il caso Tomislav Vlašić

Il caso Tomislav Vlašić
«Il provvedimento non è un giudizio sui "fenomeni di Medjugorje", ma sui comportamenti personali di Vlasic soprattutto in quanto fondatore dell’associazione 'Kraljice Mira', e non per il suo ruolo riguardo quanto accaduto nel piccolo centro dell’Erzegovina» (da Avvenire del 30 luglio 2009).


Tomislav Vlašić
Già parroco di Capljina, padre Tomislav Vlašić, francescano, si è stabilito a Medjugorje il giorno stesso dell'arresto di Padre Jozo. Egli diventa così coadiutore della parrocchia nel periodo che va dal 1982 al 1985 e si impegna in modo particolare nell'animazione di un gruppo di preghiera di giovani, al quale non partecipa nessun veggente, ad eccezione di Marija Pavlovic.
I problemi iniziano quando ad un certo punto viene posto in atto il tentativo di accreditare nuovi veggenti con ulteriori rivelazioni, quasi che i sei ragazzi scelti inizialmente dalla Gospa fossero ormai superati e inadeguati. Alcuni commentatori del "fenomeno Medjugorje" ritengono che la Gospa si riferisse proprio a quanto stava accadendo in quegli anni quando, in un messaggio del primo agosto del 1985, dichiarava che «Satana ha preso una parte del mio piano e vuole farlo proprio». Si stava realizzando cioé il tentativo, destinato a fallire, di scompaginare il gruppo originario dei sei veggenti con ulteriori veggenti e indebite rivelazioni. Tale fatto, a cui prendono parte molti devoti, si diffonde presto anche fuori da Medjugorje con nuovi veggenti.
Nel 1985 padre Tomislav lascia Medjugorje e non vi fa più ritorno. Nel 1988 si trasferisce in Italia e a Parma, assieme ad una nuova veggente, Agnes Heupel, fonda una nuova comunità: ”Kraljice mira potpuno Tvoji - po Mariji k Isusu” ("Regina della pace, siamo completamente tuoi; a Gesù attraverso Maria"). Marija Pavlovic segue questa comunità per alcuni mesi per poi uscirne definitivamente. In più occasioni Padre Tomislav ha affermato che questa nuova comunità da lui fondata nasceva per espresso desiderio della Vergine di Medjugorje, aspetto che successivamente verrà negato dalla veggente Marija Pavlovic in una lettera inviata alla Santa Sede nel luglio del 1988. In essa Marija dichiara che "tutto quello che può essere percepito come conferma e approvazione esplicita dell'Opera di P. Tomislav e Agnes Heupel da parte della Madonna tramite me è assolutamente estraneo alla verità". Con questa lettera si mette così una definitiva cesura tra le apparizioni di Medjugorje e la comunità fondata da padre Tomislav.
Seguono alterne vicende con vari interventi disciplinari disattesi durati vent'anni finché nel 25 gennaio 2008 interviene la Congregazione per la Dottrina della Fede con un decreto (prot. 144/1985) firmato dal Cardinale William Levada (Prefetto) e dall'Arcivescovo Angelo Amato (Segretario della Congregazione). In questo decreto, reso pubblico da monsignor Ratko Peric, Vescovo di Mostar-Duvno (la Diocesi in cui si trova Medjugorje), su incarico della stessa Congregazione vaticana, si osserva che le sanzioni si sono imposte di fronte alle accuse contro il sacerdote "per divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti ed addebiti contra sextum" (cioè contro il sesto comandamento). Il decreto ha stabilito cinque sanzioni, tra cui il dovere di rimanere in una casa dell'Ordine francescano della Lombardia determinata dal Ministro Generale dell'Ordine, padre José R. Carballo, e il divieto di mantenere ogni relazione con la comunità Regina della Pace e con i suoi membri. Il testo vieta inoltre di "effettuare negozi giuridici e agire negli organismi amministrativi" senza licenza scritta del Ministro Generale dell'Ordine e stabilisce l'obbligo "di seguire un iter formativo teologico-spirituale con valutazione finale e, previa recognitio di questo Dicastero, emissione della professio fidei". Proibisce infine "l'esercizio della ‘cura d'anime', la predicazione, i pubblici interventi ed è revocata la facoltà di confessare fino alla conclusione di quanto disposto".
Il sacerdote, non avendo riconosciuto le accuse che gli sono state rivolte, non ha nemmeno accettato le sanzioni. Non avendo obbedito a queste ingiunzioni, è incorso nella censura dell’interdetto latae sententiae. Egli ha quindi chiesto di essere dispensato dall'esercizio del suo ministero sacerdotale e dalla sua condizione di religioso per evitare che si arrivasse a provvedimenti estremi come la scomunica da parte del Papa per eresia, manipolazione delle coscienze e per non aver rispettato il voto di castità.
Nel marzo 2009 il Papa gli concede la riduzione allo stato laicale e la dimissione dall’Ordine dei francescani minori. Questo fatto viene annunciato una lettera indirizzata da padre José Rodriguez Carballo, ministro generale dell’Ordine, ai ministri provinciali di Bosnia-Erzegovina, Croazia e Italia. Da essa si apprende inoltre che Benedetto XVI ha anche “concesso all’oratore, motu proprio, la remissione della censura incorsa, nonché la grazia della dispensa dai voti religiosi e da tutti gli oneri connessi con la sacra ordinazione, incluso il celibato”. A Vlasic sono state imposte tre condizioni: la “interdizione assoluta di esercitare qualsiasi forma di apostolato, nonché di acquistare e amministrare beni destinati a opere pie”, il “divieto assolto di rilasciare dichiarazioni in materia religiosa, specialmente riguardo ai ‘fenomeni di Medjugorje‘” e la “proibizione assoluta di abitare le case dell’Ordine dei frati minori”. Su queste prescrizioni, in particolare su quest’ultimo aspetto, il Vaticano chiama a vigilare i superiori dell’ordine. Per questo, padre Carballo conclude la lettera sollecitando i ministri provinciali a vigilare sul rispetto di queste disposizioni da parte di Vlasic e ad avvertire – nel caso di infrazione – i responsabili, “sotto pena di rimozione dall’ufficio”.
A.G.
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NOTA. Per ricostruire le vicende, oltre ai documenti presenti nella sezione "Documenti su Medjugorje" del sito di "Radio Maria", abbiamo tenuto conto della nota pubblicata dalla Agenzia Zenit il 29/7/2009 e di una pagina dal quotidiano "Avvenire" pubblicata il 30/7/2009. Fondamentali sono stati i resoconti fatti da Padre Livio Fanzaga nel corso del Commento alla stampa di giovedì 30 luglio 2009 trasmessi da "Radio Maria" e riportati nella newsletter diffusa nello stesso giorno, che hanno permesso di correggere inesattezze diffuse dalle principali agenzie di stampa e riprese da notiziari e quotidiani. In particolar modo risulta non veritiera l'affermazione che padre Tomislav fosse la "guida spirituale dei veggenti". A tal proposito si legga l'intervista fatta a Fra Ivan Sesar, Provinciale dei Francescani di Erzegovina, riportata in questa stessa pagina.

IL CASO TOMISLAV VLAŠIĆ

Il documento che certifica la riduzione allo stato laicale di Tomislav Vlašić
Ecco la lettera indirizzata da padre José Rodriguez Carballo, ministro generale dell’Ordine, ai ministri provinciali di Bosnia-Erzegovina, Croazia e Italia. Da essa si apprende inoltre che Benedetto XVI ha anche “concesso all’oratore, motu proprio, la remissione della censura incorsa, nonché la grazia della dispensa dai voti religiosi e da tutti gli oneri connessi con la sacra ordinazione, incluso il celibato”.
Ai Ministri Provinciali di Bosnia- Erzegovina,
Croazia e Italia.
Loro sedi.
Carissimo Fratello Ministro,
Il Santo Padre, accogliendo la richiesta di fr. Tomislav VLASIC, OFM, membro della minoritica Provincia di S. Bernardino da Siena (L'Aquila), responsabile di condotte lesive della comunione ecclesiale sia in ambito dottrinale che disciplinare ed incorso nella censura dell'interdetto, gli ha concesso la grazia della riduzione allo stato laicale (amissio status clericalis) e la dimissione dall'Ordine.
Inoltre, il Santo Padre ha concesso all'oratore, motu proprio, la remissione della censura incorsa, nonché la grazia della dispensa dai voti religiosi e da tutti gli oneri connessi con la sacra ordinazione, incluso il celibato.
Come salutare precetto penale - sotto pena di scomunica da dichiararsi dalla S. Sede, ed in caso di necessità anche senza previa ammonizione canonica - al Sig. Tomislav Vlasic vengono imposti i precetti sotto elencati:
a) Interdizione assoluta di esercitare qualsiasi forma di apostolato (per es.: promozione del culto pubblico o privato, insegnamento della dottrina cristiana, direzione spirituale, partecipazione ad associazioni di fedeli, ecc.), nonché di acquistare ed amministrare beni destinati ad opere pie;
b) Divieto assoluto di rilasciare dichiarazioni in materia religiosa, specialmente riguardo ai "fenomeni di Medjugorje"
c) Proibizione assoluta di abitare nelle case dell'Ordine dei Frati Minori.
Circa l'esecuzione delle gravi disposizioni prese dalla S. Sede nei confronti del Sig. Tomislav Vlasic, la stessa Sede Apostolica chiama direttamente in causa i Superiori dell'Ordine.
Pertanto, mi rivolgo a te, perché vigili, ed avverta opportunamente i Guardiani e i responsabili delle case filiali, sul pieno rispetto, da parte di Tomislav Vlasic, delle disposizioni pontificie che lo riguardano, in modo particolare di quella relativa alla proibizione di abitare nelle case comunque appartenenti all'Ordine dei Prati Minori, sotto pena di rimozione dall'ufficio.
Confidando nella tua piena comprensione e pronta collaborazione, ti saluto fraternamente.
Roma, 10 marzo 2009
Fr. José Rodríguez Caballo, Ofm,
Ministro Generale