PURIFICAZIONE ATTIVA DEI SENSI INTERNI
Royo Marin
Come abbiamo già visto (n. 180, b), i
sensi interni sono quattro: il senso comune, la fantasia o immaginazione,
l’estimativa e la memoria sensitiva.
187. Il senso comune e l’estimativa. – Del senso comune e della
estimativa non c’è nulla di speciale da dire in ordine alla loro
purificazione. Il primo dipende dai sensi esterni, le cui impressioni accoglie
e unifica. La mortificazione di questi è sufficiente quindi per preservarlo da
ogni informazione pericolosa o inutile. E quanto all’estimativa scompariranno
da essa gli apprezzamenti falsi o ridicoli se l’immaginazione sarà ben regolata
e il giudizio intellettivo eserciterà senza intralci il suo legittimo impero.
188. L’immaginazione o fantasia. – Tratteremo dell’importanza e della necessità della
sua purificazione e dei mezzi necessari per
conseguirla in ordine alla perfezione cristiana.
Importanza. – L’immaginazione o fantasia è una facoltà
importantissima, date le intime relazioni esistenti tra l’anima e il corpo
nelle condizioni attuali della natura umana. Ad ogni idea acquisita mediante il
meccanismo naturale delle nostre facoltà fa riscontro una precedente
immagine dall’immaginazione somministrata all’intelletto. Senza immagini
l’intelletto non può naturalmente conoscere. Da qui
l’importanza di usare immagini sensibili per far comprendere, soprattutto alle
persone rudi, le idee astratte e i principi speculativi. Gesù si valse
continuamente dell’immaginazione per rendere accessibili al popolo e ben
disposto i grandi misteri del regno di Dio.
L’immaginazione esercita pure un grande
influsso sull’appetito sensitivo che tende con maggior ardore verso i propri
oggetti quando sono rivestiti e colorati d’incanti e d’attrattive sensibili.
Necessità di purificarla. – Appunto per la sua ragguardevole influenza su tutto il
composto umano, l’immaginazione è una delle facoltà che ha bisogno di una
più profonda purificazione. Posta al servizio del bene, può prestarci
incalcolabili servizi, ma non v’è nulla che si possa ostacolare tanto sulla via
della santificazione quanto una immaginazione esaltata e non controllata dalla
ragione illuminata dalla fede. Ferita profondamente dal peccato originale,
trova difficoltà a soggiacere all’impulso della ragione e della volontà, che
non esercitano nei suoi riguardi un impero dispotico, come sui
sensi esterni, ma solamentepolitico.
Due sono i principali inconvenienti di una
immaginazione insufficientemente controllata:
a) È causa di dissipazione. – Senza
un profondo raccoglimento è impossibile la vita interiore. Ora, non vi è nulla
che impedisca tanto questo raccoglimento quanto l’incostanza
dell’immaginazione, che non riesce a concentrarsi un momento. S. Teresa la
paragona a «quelle farfallette notturne e irrequiete», e a una «battola
da mulino», che non cessa mai di sbattere finché il mulino è in movimento.
Il P. Granada dice che è «una potenza molto libera e girovaga, come una bestia
selvaggia, che se ne va di collina in collina», e la paragona a uno «schiavo
fuggitivo che se ne parte dalla nostra casa senza permesso». È «la pazza
di casa» che «scatena una guerra incredibile, cercando di mettere tutto
a soqquadro», aggiunge ancora S. Teresa.
b) È causa di tentazioni e di
peccati. – Spesso si attribuiscono al demonio tante tentazioni che, in
realtà, traggono origine solo dalla nostra immaginazione priva di controllo. Le
passioni disordinate si accendono e si alimentano attraverso l’immaginazione,
che ritrae al vivo il piacere che il peccato procurerà all’appetito
concupiscibile, o aumenta le difficoltà che l’appetito irascibile dovrà
sostenere per la virtù, riempiendolo di tristezza e di sfiducia. Dice il Da
Kempis che l’unico ostacolo che ritrae tante anime dal cammino della perfezione
è l’«orrore delle difficoltà» ingigantite dall’immaginazione.
Mezzi per purificare l’immaginazione. – I principali sono:
a) La custodia dei sensi esterni.
– È di capitale importanza, giacchè attraverso i sensi esterni,
principalmente la vista, entrano immagini vane o sconvenienti che la fantasia
ritiene, riproduce e combina in mille forme, eccitando l’appetito sensibile e
richiamando l’attenzione dell’intelletto e il consenso della volontà.
b) L’attenta selezione delle
letture. – Bisogna evitare ad ogni costo, non solamente le letture
cattive o pericolose, ma anche le frivole e le vane, che riempiono
l’immaginazione di inutili fantasie. A questa categoria appartiene la maggior
parte dei romanzi, la lettura dei quali rappresenta un vero
impedimento alla vita di raccoglimento e di orazione. Oltre che a farci vivere
in un modo irreale, pieno di sogni morbosi, le scene più impressionanti di
quella finzione letteraria ritornano come fantasmi importuni nell’ora del
dovere e della riflessione. È quasi impossibile che possa santificarsi un
lettore appassionato di romanzi.
c) Combattere l’ozio. – L’immaginazione
non resta mai quieta; se non la sfruttiamo offrendole una buona ed utile
occupazione, essa stessa andrà alla ricerca di ciò che le è necessario per
esplicare la propria attività. E siccome è mal orientata e avverte una naturale
propensione verso tutto quanto alletta gli appetiti meno nobili, ben presto ci
indurà in pericolose tentazioni.
d) Offrirle oggetti buoni. – Per
avere un pieno controllo dell’immaginazione non basta sottrarle la materia
nociva e non permetterle di divagare oziosa; è necessario fornirle materia
santa e utile onde abbia a dirigersi positivamente al bene. A questo mira la
cosiddetta «composizione di luogo» vivamente raccomandata prima di
iniziare l’orazione.
Una rappresentazione vivace di ciò che
stiamo per meditare offre tale pascolo all’immaginazione da impedirle di
perturbare la pace e la tranquillità dello spirito con importune divagazioni.
La lettura di libri devoti, nei quali sono descritte con forza e colore scene
edificanti, può contribuire ad educare positivamente l’immaginazione e a
metterla al servizio dell’intelletto e della volontà, ai quali può prestare un
valido aiuto.
c) Abituarsi ad operare sempre con
attenzione a quello che si sta facendo. – Lage quod agis degli
antichi racchiude una profonda sapienza. L’abitudine a riflettere a quello che
stiamo facendo ha il doppio vantaggio di moltiplicare le nostre energie
intellettuali e di disciplinare l’immaginazione, impedendole di vagare da un
oggetto all’altro. Non conosciamo niente di più sintetico ed esatto
sull’attenzione che le mirabili pagine scritte da Balmes nel capitolo 2° della
sua famosa opera El criterio. Ad esse rimandiamo il lettore.
f) Non dare troppa importanza alle
sue distrazioni e impertinenze. – A volte l’unica forma valida per
combattere certe fantasie esaltate è quella di disprezzarle e di non
affrontarle direttamente per non eccitarle maggiormente; è il consiglio di S.
Teresa. La volontà miri all’amor di Dio anche in mezzo alle distrazioni più stravaganti
e non faccia caso all’immaginazione finché Dio non la trasformerà profondamente
mediante le purificazioni passive.
4) In ordine alla perfezione
cristiana. – S. Giovanni della Croce tratta diffusamente del motivo
per cui le apprensioni immaginative non possono essere un mezzo proporzionato
all’unione con Dio – non potendo Iddio essere rappresentato in una specie
fantastica – e del danno che produce nell’anima il non sapersene liberare
ancorché le siano state presentate per via soprannaturale. Si legga e si mediti
la dottrina del Dottore Mistico.