venerdì 31 gennaio 2014

COSA S’INTENDE PER POSSESSIONE DEMONIACA?



COSA S’INTENDE PER POSSESSIONE DEMONIACA?

Come vedremo, per possessione demoniaca s’intende la presa di possesso del corpo da parte del demonio, che lo considera come suo e lo utilizza a suo piacimento. E’ importantissimo chiarire che questa  presenza nel corpo non è paragonabile alla presenza  dell’anima  nel corpo. L’anima è forma sostanziale del corpo, non è nel corpo come in un luogo, ma è il principio vitale intrinseco che, unito al corpo, dà luogo alla natura e alla forma umana. Il demonio, quando possiede un corpo, non lo possiede in questo modo, perché non dà al corpo una natura o una forma diabolica: semplicemente entra nel corpo e lo comanda, facendone docile strumento del suo potere dispotico, senza che la vittima possa opporgli resistenza. Agisce nel corpo dell’uomo come movente aggiunto esterno, movente che può coesistere con quello interno, cioè con l’anima, che è il movente intrinseco costituente, con il corpo, la stessa natura umana.
L’anima può essere posseduta dal demonio? No, se per possessione dell’anima s’intende l’abitazione del demonio in essa. Sì, se per possessione dell’anima s’intende l’imprigionamento esterno dell’anima attraverso il peccato, che potremmo meglio definire asservimento dell’anima al demonio, schiavitù morale, provocata dal consenso a ciò che va gravemente contro l’ordine stabilito da Dio e, dunque, contro di noi e contro gli altri. Definiamo tale realtà come peccato mortale. Il demonio non può abitare l’anima, non vi può essere una possessione demoniaca dell’anima come quella fisica. Il peccato mortale non fa entrare il demonio nell’anima dell’uomo, ma crea una dipendenza diventa tanto più forte oppressiva secondo l’entità, la malvagità e il numero dei peccati commessi ed è molto più pericolosa della possessione fisica, perché può condurre alla perdizione eterna. L’anima di chi è abitualmente in peccato mortale è schiava del demonio, ma la maggioranza di coloro che sono in peccato mortale non sono posseduti dal demonio nel corpo. Solo alcuni hanno contemporaneamente sia l’anima schiava dl demonio (cioè in peccato mortale), sia la possessione demoniaca del corpo. Altri infine sono posseduti nel corpo, ma la loro anima è abitata da Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, perché sono nella grazia santificante e chi muore con l’anima abitata dalla Santissima Trinità, anche se è posseduto dal demonio nel corpo, va in Paradiso. Come una malattia non pregiudica la salvezza eterna di una persona, così la possessione non pregiudica la bontà, la volontà e l’amore verso Dio. Ecco perché, nel Vangelo, vediamo che Gesù quando s’imbatte in una persona posseduta dal demonio nel corpo, mosso a compassione e spinto dalla carità, esorcizza il demonio, per liberar quella persona dal dominio dispotico e dai tormenti che subisce. Nel caso invece di chi, per il proprio agire, si è dato, sia pure in maniera indiretta, volontariamente al demonio e non intende convertirsi e rinunciare al peccato, Gesù non fa alcun esorcismo, perché sa che il suo intervento non servirebbe a liberarlo. Quella persona, infatti, almeno implicitamente vuol stare con il demonio e ha aperto la porta a una morale dipendenza dal demonio stesso, che Gesù qualifica come paternità (… voi che avete per padre il diavolo e volete compier i desideri del padre vostro, perché non vi è verità in lui … : Gv 8,44). Ed è per tal paternità che Gesù definisce costoro figli del diavolo.
Giuda, ad esempio, nella sua anima era certamente schiavo del demonio e in maniera fortissima, ma Gesù non gli ha fatto alcun esorcismo, perché la sua volontà era ormai compromessa con il demonio e l’esorcismo non ha alcuna efficacia sulla volontà di un uomo che decide liberamente per il peccato.
L’azione ordinaria e più estesa dei demòni fra gli uomini non è dunque la possessione demoniaca, ma è la tentazione: il nostro nemico cerca di sedurci con le realtà sensibili, agendo sui nostri sensi esterni (vista, tatto, udito, odorato, gusto) e su quelli interni (memoria, immaginazione e intelletto). In tal modo egli prova a sollecitare il consenso della nostra libera volontà al male, con lo scopo di provocare e rafforzare sempre più in noi una dipendenza morale da lui. La sua è un’opera di seduzione: egli tenta d’insinuarsi nell’intimo, nella interiorità della persona e di spingerla al male influendo sulla sua libera volontà. Sotto questo punto di vista il demonio influenza la persona lasciandola libera e ottenendo quindi il suo consenso. Ciò che la persona compie in queste condizioni lo fa responsabilmente, proprio perché lo vuol fare. Nella Presentazione della CEI del Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari si dice: Satana riesce a impadronirsi davvero dell’uomo in ciò che ha di più intimo e prezioso quando questi, con atto libero e personale, si mette in suo potere con il peccato. Per questo la vigilanza deve essere esercitata soprattutto nei confronti dell’azione ordinaria di Satana, con la quale egli continua a tentare gli uomini al male. Proprio la tentazione è il pericolo più grave e dannoso, in quanto si oppone direttamente al disegno salvifico e all’edificazione del Regno. Il credente vigila, perciò, per non essere ingannato e prega ogni giorno con le parole suggerite da Gesù”Padre, non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male” (Mt 6,13). Sarebbe quindi da stolti prestare tanta attenzione all’eventuale presenza del maligno in alcuni fenomeni insoliti e non preoccuparsi affatto della realtà quotidiana della tentazione e del peccato, in cui Satana, “omicida fin dal principio” e “padre della menzogna” (Gv 8,44), è sicuramente all’opera.


Padre Francesco Bamonte.