martedì 18 aprile 2017

Una Suora Posseduta dal demonio







Una Suora Posseduta dal demonio

Vita straordinaria



Sono molte le biografie sui santi della Chiesa cattolica che un cristiano può leggere, studiare, meditare e testimoniare.
Fra tutte c’e né una, però, che lascia i brividi per i suoi contenuti disarmanti ma al tempo stesso semplici, chiari. C’è una biografia che lascia sgomento fuso a meraviglia nel cuore e nell’animo del lettore. La biografia in questione riguarda Lucrezia Bellini, divenuta religiosa col nome di Eustochio (1444 – 1469).
La storia della Beata Eustochio incomincia ad essere conosciuta nel mondo grazie ad alcune pubblicazioni autorevoli che ne parlano negli ultimi anni ma, tuttavia, ancora non si può di certo sostenere che il mondo sia a conoscenza di come a Padova oltre al grande Sant’Antonio ci sia anche la Beata Eustochio appunto.
Giusto per rinverdire la sua testimonianza di vita, ne diamo un brevissimo sunto in questo articolo.

Lucrezia Bellini divenuta da religiosa “Eustochio” è figlia di una suora peccatrice, che da un rapporto altamente peccaminoso la concepì in convento. Il padre decise di tenerla e di non osare oltre al peccato dell’impurità anche quello dell’omicidio scegliendo la facile strada dell’aborto.

La Eustochio fu per i primi 4 anni lasciata nelle mani paterne, mentre la madre si svestì e trascorse il resto della vita nelle lacrime per quanto da lei fatto in pieno tradimento ai voti emessi nel suo ordine religioso.
Il padre al compimento dei 4 anni da parte della piccola Lucrezia pensò di darla in affidamento proprio presso quello stesso convento dove conobbe la madre naturale ormai ex-suora.
Questo proposito gli si manifesto perché la piccola beata incominciò già in tenera età ad avere e manifestare i primi iniziali disturbi di possessione diabolica. Nonostante la sua storia sia molto drammatica e a tratti lasci senza fiato, è giusto subito ribadire che è sbagliato credere superficialmente che la possessione diabolica della Eustochio fosse dovuta da un castigo che Dio volle dare in espiazione del peccato commesso per darle la vita e quindi, nella quale era stata concepita, bensì tali sofferenze si dimostreranno per lei essere il segno di una grande predilezione di santità

Già, proprio così. Ecco perché la vita e l’esempio della Beata Eustochio possono e vogliono essere un segno certo di come Dio Padre prediliga proprio quelle persone che in apparenza possono sembrare le più sfortunate a causa di sofferenze dovute a disturbi diabolici ma che invece non lo sono.

Questa beata sarà fino alla sua morte da tutti abbandonata, lasciata sola. Così come molti fedeli che oggi a causa di una conoscenza sbagliata o peggio ancora per la mancanza di esorcisti, si trovano appunto nella solitudine più totale.
Nel convento dove a 4 anni fu affidata, venne vista la piccola Lucrezia sempre di cattivo occhio: questo ovviamente perché figlia di una ex suora, vergogna pubblica del convento stesso. Posseduta, la Beata Eustochio fu costretta a indicibili sofferenze, il demonio la faceva odiare da tutti e fece ammalare la sua superiora lasciando tracce di magia nella sua cella.
Faceva spesso materializzare oggetti o artefizi vari che incastravano la povera Beata.

Siamo in dei tempi in cui si era facili cadere nell’errore a causa della poca cultura unita alla eccessiva paura.
Ecco dunque che satana subito coglieva quel tempo umano e si adeguava ad esso per martirizzare la Beata Eustochio.
Tutti la incolparono e la carcerarono, volendola mettere al rogo appunto come strega. Dio però lasciandola nella più scura tenebra mai l’abbandonò. Dopo i brevi anni della sua vita, infatti la Beata Eustochio, si riprenderà dalla stessa gente che la perseguitava, quella gloria e quella la fama di santità meritate ampiamente in vita. Furono proprio i suoi persecutori che la volevano al rogo, una volta riconosciute le sue virtù eroiche di santità, a battersi affinchè venisse elevata alla gloria degli altari e chiederle di pregare per loro.
Tutt’oggi sulla sua tomba, molti posseduti e molti ammalati, dopo la sua morte trovano guarigione e liberazione totale grazie alla sua potentissima intercessione e grazie soprattutto ai patimenti e ai suoi meriti acquisiti gloriosamente in vita proprio nella lotta contro il maligno.
Quest’ultimo la sollevava spesso da terra a molti metri di altezza per lasciarla poi cadere rovinosamente: più volte le trinciò minutamente la pelle sopra il collo, e molte volte le incise le vene volendola morta.
Quando mangiava, il demonio le trasformava il cibo in vermi e serpenti, che lei per amore di Dio e per “bere tutto il suo calice” mangiava per poi vomitare davanti a tutti. Il demonio le faceva mangiare spesso insetti. Una volta le fu aperto dai demoni il costato da un coltello, le fu fatta una ferita molto profonda, ma lei non si lamentò mai: anzi, pregò gli “infelici” di scriverle addosso il Santo Nome di Gesù. L’ironia di Dio costrinse quegli stessi demoni a dover ubbidire alla Beata. Ancora oggi sono visibili a tutti coloro che visitano la sua tomba quelle incisioni “sacre” postegli in modo permanente sulla pelle.

Quando morì tutti capirono il suo martirio dolorosissimo durato una vita e la sua quindi grande santità. L’unica suora che le restò accanto, fu posseduta appena la beata morì. Quando la Beata Eustochio fu vicina alla morte, tutti sentirono satana andarsene di corsa in lacrime umiliato e sconfitto, correndo impaurito e nella totale vergogna.

Non tutti i cristiani e talvolta quelle stesse persone impegnate nella lotta al male come gli esorcisti conoscono la sua importante storia né la sua potente intercessione nell’invocare tale Beata nella propria lotta quotidiana contro le forze delle tenebre.
L’augurio è che la si possa presto chiamare e invocare come Santa Eustochio di Padova!