sabato 8 aprile 2017

Uno dei tanti volantini che prospettano il "talismano" dello Yoga come panacea di tutti i mali!

Uno dei tanti volantini che prospettano 
il "talismano" dello Yoga come panacea 
di tutti i mali!

Talvolta viene promessa, come conseguenza del risveglio energetico, anche la "guarigione da tutte le malattie", persino la "guarigione karmica" (azzeramento delle conseguenze delle azioni (karma) le cui conseguenze peserebbero sulla vita attuale). In quersta visione "energetica" viene inserita la mentalità newager o peggio occultista. Talvolta nello yoga-occidentale, lo yoga più tecnicizzato e magizzato, si parla di "risveglio delle energie mentali o fisiche" o esplecitamente dei "Deva" (spiriti illuminati o energetici) che entrerebbero nel corpo attraverso i chakra che sarebbero "ghiandole endocrine spirituali" per risvegliare le energie sopite (Ki, Ch'i, Prana, Kundalini, Energia Orgonica, Bioenergia, Biotransenergia, ecc.). I "Deva" o "spiriti illuminati" vengono così chiamati "energia" e lo "yoga" viene ancor più ridotto a tecnica di channeling. Ma da questo pericolo già Pantanjali, sistematizzatore dello Yoga "autentico", metteva in guardia.
"[Dice P.J.M. Verlinde] che l’apertura di uno di questi presunti chakra ci mette in uno stato medianico e in contatto con l’energia occulta corrispondente e permetterebbe all’iniziato di utilizzarla in un certo contesto di potere, per esempio, la veggenza […] Ma Pantanjali stesso aggiungeva alla fine della sua opera questo avvertimento: «Ecco adesso avete i mezzi per ottenere i siddhi (poteri). Ma se ottenete dei siddhi prima di tutto siete perduti rispetto ad una autentica spiritualità; in secondo luogo siete irrevocabilmente alienati dai Deva, perché non potete esercitare i poteri senza i Deva" ( J.M. Verlinde, «Attenzione ai nuovi movimenti religiosi», Fede e Cultura 6 (ottobre 2002) 7 cit. in T. Mezzetti, Come leone ruggente, I,248).
In effetti la Società Teosofica della medium Balvatsky e della sua discepola l'occultista Alice Anne Bailey "mamma" della New Age, il nemico più pericoloso per la «Nuova Era» o "New Age" che dovrà soppiantare il Cristianesimo, predetta dagli "spiriti" (=demoni), è appunto la Chiesa Cattolica e le sue «forze dell’oscurità» che si oppongono a Lucifero e che avrebbero originato «la Chiesa cristiana che ha tanto deformato quella missione e spietatamente pervertita l’intenzione per la quale Egli si manifestò originariamente» (A. Bailey, L’esteriorizzazione della Gerarchia, 261, [accesso: 06.10.2007] http://www.bailey.it/alice-bailey/L-Esteriorizzazione-della-Gerarchia.pdf). Per la Balavatsky "Satana o Lucifero rappresenta l’energia attiva, o per usare l’espressione di Jules Baissac, «centrifuga», dell’Universo in senso cosmico. Egli è Fuoco, Luce, Vita, Lotta, Sforzo, Pensiero, Coscienza, Progresso, Civiltà, Libertà, Indipendenza […] Quando la Chiesa maledice Satana maledice il riflesso cosmico di Dio […] essa maledice Dio, la Sapienza sempre incomprensibile che si manifesta nella Natura" (H.P. Blavatsky, La dottrina segreta, V, 11.18 [accesso: 06.10.2007]). Pertanto, la «forza della luce» della New Age sarebbe l’azione «energetica» di Lucifero nei "Deva" o "spiriti energetici o luciferini" che si preparerebbe a creare una nuova religione mondiale pagana e panteista manifestandosi in Maitreya o nel Buddha che ciascuno può diventare con la tecnica del "self made man".
Ma per gli esoterici cosa rappresenta il Buddha? Rappresenta l'uomo che diversamente da Adamo, è riuscito a autocostruirsi il secondo legno di vita, l'albero della conoscenza del bene e del male, ricevendo l'illunminazione cioè diventando con le sue sole forze in spregio agli "dei" lui stesso "Dio". Per gli esoterici, vedi Julius Evola, allora Buddha è l'uomo-Dio che con la tecnica ha strappato lo scettro del comando dei "Deva" al dio Indra divenendo artefice della sua vita, capace di costruirsi il paradiso terrestre.
Afferma l’esoterista Julius Evola (1898-1974) che la magia costringe all’intervento le «energie occulte» o "Deva" che permettono la costruzione di un «secondo Legno di Vita» in modo da essere, come è riuscito il Buddha, «al di sopra degli dèi».
" La Magia tende alla costruzione di un secondo «Legno di Vita» in sostituzione di quello perduto […] Le formule magiche costringono ad intervenire le energie occulte delle entità astrali […] Nel segreto dell’«Albero del Bene e del Male» c’è il dominio delle due «nature» […] il terrestre e il divino […] L’uomo vero è al di sopra di essi [degli dèi celesti], o per lo meno uguale ad essi. Poiché nessun dio lascia la sua sfera per venire sulla terra, mentre l’uomo sale in cielo e lo misura […] Quella scienza da cui Adamo si fa tentare per «divenire simile a Dio» e che egli non conquista per essere subito abbattuto e privato dello stesso Albero della Vita appunto da colui al quale aveva voluto rendersi simile, quella stessa scienza sovrannaturale il Buddha invece la consegue sotto l’Albero ad onta degli sforzi d Mâra, egli stesso che, come vuole un’altra tradizione, sarebbe riuscito a strappare la folgore ad dio Indra capo dei Deva" (J. Evola, La Tradizione Ermetica, 32-40, Mediterranee, Roma rist. 2006 ). Ma l’autocostruzione di un «secondo Legno di Vita» sappiamo essere il progetto satanico per eccellenza. Viene riproposto dalla New Age attraverso, ad esempio, il mitico giardino di Findhorn, creato nel 1962 in Scozia, una sorta di «Vaticano della New Age», in cui Eileen Caddy e altre persone ignare di arti agricole incominciarono a mettersi in contatto con gli spiriti Deva [channeling o spiritismo] che continuerebbero a dare messaggi e a guidare la prodigiosa produzione del giardino-orto. Da allora i Deva o demoni accompagnerebbero i newagers in questa «dolce cospirazione» o «mistica cosmica» nella fusione del «sé» con il «cosmo», un viaggio al termine del quale l’uomo scoprirebbe la propria divinità, espandendosi nell’aura fino ad essere Dio! Ma ritorniamo allo Yoga...
Lo Yoga risale al dio indù Shiva[1], chiamato il "signore dello yoga" e si avvale essenzialmente di tre strumenti: le asanas o posizioni rituali, il pranayama o esercizi di controllo respiratorio e la ripetizione di mantra [2] o suoni. "Si narra che Shiva insegnasse alla sua diletta sposa Parvati, in una caverna vicino alla quale venivano a morire le onde dell'immenso Oceano Indiano, le tecniche misteriose dello Hatha Yoga che comprendono le Asanas o posizione magiche delle quali egli stesso era il creatore; pratiche riservate unicamente agli dei indiani proprio come il nettare e l'ambrosia erano riservati solo agli immortali dei dell'olimpo. Accadde che un pesce, affascinato dalla magnetica e musicale voce del dio, osservasse quegli strani esercizi e subisse a causa loro un radicale e soprendente mutamento: la trasformazione in un essere umano. Questo fu il primo Yogi. Si chiamò Matsyendra che in sanscrito vuol dire 'pesce fatto uomo'. Matsyendra insegnò in gran segreto queste tecniche, che vennero poi tramandate da maestro (Guru) a discepolo (Chela) per intere generazioni" (Carlo Patrian, Yoga, Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), pp.17-18). Dice Patanjali nello Yogasutra che "dalla ripetizione del mantra deriva la realizzazione della divinità invocata" (Patanjali, Gli aforismi sullo Yoga (Yogasutra), ed Biblioteca Boringhieri, Torino 1978, II,44). Lo Yoga è un cammino di autodivinizzazione che consiste nell'entrare in uno "stato alterato di coscienza" in una forma di autoipnosi indotta, in uno stato di trance, in cui la mente viene praticamente svuotata. Scopo della "meditazione" (= dhyana) è giungere al vero distacco e di immergersi in uno stato di non percezione che ha per oggetto la vacuità (sunyata), il senza-caratteristica (animitta) e la non-presa-di-posizione. Infatti, la mistica orientale cerca l'Assoluto nel SE' che s'identifica col mio IO che deve dissolversi fino ad annullarsi; il cristianesimo cerca invece il TU che si allarga comunitariamente nel NOI in una comunione d'amore e di amicizia senza fine.  
"Lo scopo principale dello Yoga non è di spiritualizzare i rapporti dell'uomo con i suoi simili. Al termine del cammino yogico si pone lo "isolamento assoluto" (kaivalya) che la monade libera riacquista nello stato di non differenziazione e di non relazione assolute dell'estasi suprema...Cogliamo un segno o indizio di questa negazione della dimensione relazionale nel punto di partenza delle religioni orientali, ossia l'universalità del dolore da fuggire fuggendo dal mondo, e non, come per il cristianesimo, il peccato concepito come incapacità di rapportarsi a Dio e al prossimo" (F. Dermine, Mistici Veggenti e Medium, Città del Vaticano, 2001, pp.465-466). 
L'istante in cui l'uomo acquista una tale conoscenza porrebbe termine alla  catena delle reincarnazioni, detta anche legge del karma[3], (samsara), il vero "inferno" per l'indù che Ghandi definiva un "fardello troppo pesante", e consentirebbe all'uomo di raggiungere lo stato di felicità definitiva, detto Nirvana (= "estinzione", "spegnimento", "soluzione"), "bambolina di sale (l'uomo) che si scioglie nel mare (Nirvana)". Il buddismo invece riconduce la realtà a una nebulosa energetica soggetta ad apparenti fasi alterne di condensazione e di dispersione.La liberazione (moksa) consiste nella perdita illusoria  dell'atman ("Sè" o "anima individuale") che si ricongiunge al brahman ("assoluto", "anima del mondo"), superamento ultimo di tutti i dualismi: bene e male, dei e uomini, animato e inanimato, maschio e femmina. Infatti nelle religioni orientali in genere Dio s'identifica col "Mondo" del quale anche l'uomo ne è parte (panteismo) e non è un "Essere" personale infinito, distinto dal mondo e suo creatore, per cui lo trascende, ma una "Realtà" che assorbe in "Se" tutto, per cui l'uomo potrà solo sforzarsi di prendere coscienza della propria inconsistenza personale e della propria identità con "Lui ".  In quest'ottica non può esserci un incontro personale con Dio, ma un ripiegamento dell'uomo su se stesso. Non esistendo infatti un Dio personale distinto dal mondo, può solo realizzarsi una immersione dell'uomo nel "Grande Sè", nel riconoscersi egli stesso "Dio"; il che non eleva l'uomo a Dio, ma lo riassorbe nel "Mondo".
Supponendo infatti che l'origine di tutti i nostri mali stia nell'illusione di avere un'individualità personale, la salvezza si raggiungerebbe quando si acquista la coscienza di non essere che una particella anonima del "Grande Se"; il che esige più vite, donde l'idea di più reincarnazioni. Lo yoga è una emanazione ed uno strumento dell'Induismo proteso al superimento dell'illusione di una esistenza autonoma e alla fusione con Dio di cui ciasun essere umano sarebbe una scintilla, pertanto ha senso che lo pratichi chi è indù e visto che non si diventa indù ma si nasce indù è ovvio che lo "yoga cristiano" non esiste anche se erroneamnete alcuni ecclesiatici, come P. Dèchanet, lo sostengono.  Ogni induista è legato al dharma (= legge che governa il mondo) della propria casta, che lo vincola a determinati obblighi (lavoro, matrimonio, usanze e costumi vari, cibi e bevande). L'insieme degli obblighi castali è il varna dharma. Quanto più alto nella gerarchia catastale si trova un Induista, tanto più rigide sono le norme a cui deve attenersi; ad esempio, il consumo di carni è parzialmente consentito ai componenti delle caste basse, metre è severamente proibito ai membri delle caste alte che devono rispettare la regola della assoluta non violenza (ahimsa). La New Age ha preso lo yoga, perno della religione Induista e l'ha spogliato della sua valenza religiosa; il dharma, ad esempio, sarebbe "lo sviluppo del potenziale unico di ogni essere umano". Dice Richard Bergeron, esperto canadese di religioni alternative: "Lo yoga che si riduce a un "esercizio fisico" non trova la sua giustificazione in quanto gli esercizi fisici yoghici, che comandano generalmente di fare il contrario di quanto la natura richiede normalmente, ricuperano la loro legittimazione soltanto attraverso l'obiettivo unico dello yoga: l'affrancarsi dalla condizione umana e la conquista della libertà assoluta. Non si può praticare seriamente lo yoga senza perseguire il suo scopo che è l'abolizione della molteplicità e del rapporto soggetto-oggetto e l'accesso all'unità e alla totalità tramite il ri-centramento spirituale. Gli esercizi fisici dello yoga trovano il loro senso ultimo soltanto nella metafisica religiosa in cui sono radicati e nello scopo perseguito dallo yoga. Molte "positure" yoghiche scaturiscono da atteggiamenti religiosi tradizionali o da gesti simbolici di certe divinità" (Richard Bergeron O.F.M., Le cortège des fous de Dieu, ed.Paulines, Montreal, 1982, p.118). Lo yoga, quindi, è nato in un contesto preciso dal quale non può astrarsi. 
Uno degli yoga maggiormente diffusi in occidente è il "Tantra yoga" proposto come mezzo esotico per accrescere le proprie esperienze sessuali. Come tutti gli yoga serve per indurre la possessione degli spiriti indù così da spezzare la catena delle reincarnazioni. Nel Tantra gli adepti avanzati indulgono in comportamenti degenerati dal sacrificio umano alle perversioni sessuali passando dalla stregoneria. Il Tantra yoga è l'espressione estrema dell'induismo e si tratta della magia nera e bianca tramite la quale viene sviluppato lo “shakti” l'energia della “kundalini”. I poteri psichici che l'accompagnano sono alla loro massima espressione e l'individuo può incanalare questa forza verso la magia nera e questo include il diritto di meditare davanti a teste recise (in India, umane), di mangiare pezzi di carne e parti non consumate dalla cremazione… e altre pratiche orribili; o possono convogliarla nella magia bianca per il “bene dell'umanità”; tuttavia Antony La Vey il primo “papa della Chiesa di Satana” ha affermato che “credere nella magia bianca è mitologia, non esiste la magia bianca, perchè la fonte di qualsiasi magia risiede nella forza psichica occulta e non ha nulla a che vedere con Dio”. Tantra significherebbe per chi lo esercita “liberare la mente dilatando la consapevolezza”, di essere in grado nella vita di ogni giorno di avvicinarsi sempre di più alla realtà. L'occultismo di fondo dello yoga è la costante; il suo nocciolo è la speranza di immortalità, il suo proposito ultimo sta nello scoprire la propria divinità intrinseca, di diventare un Cristo. Si asserisce che è solo fisico e non religione ma in realtà è l'essenza della spiritualità induista.  Nell'occidente lo yoga si è inserito in un amalgama con gruppi occulti, agnostici ed è stata demitologizzata la mitologia indù. Così è nato il New Age che pretende di essere l'inizio dell'era dell'uomo illuminato, l'era del superuomo, l'era dell'uomo con la superconsapevolezza. Lo scopo vero dello yoga è eliminare la relazione tra la propria anima e il mondo fisico; si bloccano i processi vitali, si blocca il pensiero. E' molto pericoloso entrare in uno stato meditativo dove la mente viene completamente svuotata (scopo della meditazione yoga); è come aprire una stanza senza averne il controllo. Lo yoga non insegna a respirare nel miglior modo possibile, come scorrettamente viene insegnato dai guru-occidentali, ma insegna a ridurre la respirazione al minimo per arrivare a fermarla, bloccando tutti i movimenti del corpo e tutti i muscoli, i nervi e riducendo il corpo, nel respiro (pranayama) e nelle posizioni rituali (asana), ad una completa immobilità per due scopi coincidenti: a)risvegliare la Shakti o kundalini o energia sessuale, i poteri, attirata dalla posizione rituale del corpo inerte che rappresenta Shiva che durante la "sacra copulazione" è immobile mentre la Shakti "si agita", anche perchè lo yogi con le asana "chiuderebbe" internamente al suo corpo un ideale "circuito elettrico" per farla ascendere; b)per gli esoterici i due momenti in cui si otterebbe la "massima concentrazione di energia" sono il momento dell'orgasmo (eros) e della morte (thanatos) e questo, nell'atto rituale dello Yoga, è compresente poichè si da "morte rituale" al corpo fisico, risvegliando la Shakti, e si riveste ritualmente l'archetipo del "dio" Shiva che immobile fa eccitare la Shakti realizzando la "sacra copulazione". In questo modo, potremmo dire tantricamente, il corpo si shaktizerebbe fino a bruciare il karma. Questo perchè? Per diventare vira (tantrici autorealizzati) o divya (yogi autorealizzati) che hanno conseguito, con delle tecniche (cratofania), potere e libertà assoluto. Allora capiamo perchè lo hata yoga non è uno yoga-ginnastica ma un insime di posizioni rituali (asana) e esercizi di respirazione (pranayama) che non hanno lo scopo di valorizzare il corpo ma di assorbire il prana e di rivegliare la kundalini così da imparare a sbarazzarsi della vita e della morte che è ritenuta maya (illusione), entrando in uno stato alterato di coscienza (trance) una sorta di autoipnosi che indebolisce molto la mente e il corpo potendo aprire alla medianità. Infatti lo yogin, come afferma la "Bibbia dello Yoga" cioè lo Yogasutra di Patanjali, "che pratica il controllo del respiro distrugge il Karma che nasconde la conoscenza discriminativa... giungendo alla illuminazione della conoscenza... si unisce alla divinità desiderata... ed essendosi impadronito a fondo delle positure, lo yogin non è più sopraffatto dai contrari come il caldo e il freddo e tutti gli altri" arrivando "al disgusto per il proprio corpo... diventa un asceta e oltre ciò egli evita il contatto con gli altri" (Patanjali, Gli aforismi sullo Yoga (Yogasutra), ed Biblioteca Boringhieri, Torino 1978, p.126.122.124.121 o II,52.44.48.40). Proprio a causa di questa debolezza psico-fisica l'adepto può sentire la paura di smettere la pratica yoga e così si istaura una dipendenza patologica con il guru. Il "rilassamento" che si percepisce al termine degli esercizi yoga è uno stato funzionale al maestro che può meglio riiuscire ad inculcare i suoi principi esoterici. Il rapporto tra guru (maestro autorealizzato) e chela (discepolo) deve inoltre essere caratterizzato da una fede illimitata del discepolo nel guru (shraddha), dal grande desiderio di liberazione (mumukshuttva), dal distacco del mondo e dalla riuncia a tutto (vairagya) e il controllo mentale e il discernimento (viveka) tra il sè o brahman e il mondo materiale irreale o maya. Il discepolo deve prendere consapevolezza che la realtà percepita dai sensi è creazione dell'ignoranza (Avidya) ed è irreale (Maya), il gioco (Lila) della Coscienza Universale che elargendo dolori o patimenti indirettamente spinge, stimola alla ricerca della Liberazione (Moksha), dello spirito (Purusa) dalla materia (Prakriti), dalla legge del Karma (legge spirituale di causa ed effetto) e del ciclo delle rinascite (Samsara).



 Gli otto livelli dello Yoga
"Il cammino lungo e arduo dello yoga così come lo delinea Patañjali (yoga classico) comprende otto gradi suddivise in due fasi distinti. La prima fase è l'hatha (= costrizione, autocoercizione) yoga che si propone il controllo totale del corpo e delle energia attraverso una rigorosa pratica di esercizi fisici, riguarda i primi 5 livelli, due morali e tre psico-fisici. Questi 5 livelli non sono che il presupposto per il râja (= strada reale) yoga la più alta forma di yoga mirante a raggiungere uno stato superiore di coscienza, caratterizzata da percezioni sovrasensibili e dall'intuizione suprema della unità del tutto" (Enciclopedia delle Religioni, p.403, ed.Garzanti; F. Dermine, Mistici-veggenti e medium, Citt del Vaticano 2002, p.132).
Vediamo l'elenco dei tipi di Yoga più diffusi e le fantasiose promesse di POTERE e CONTROLLO che ne fanno gli Yogi non a modiche cifre:


L'Hatha Yoga avrebbe classicamente 84 asana o posizioni e non consiste solo nel mantenere posizioni del corpo (asana) e apprendere tecniche di respirazione (pranayama) ma per avere il controllo del corpo e della mente e "risvegliare la Kundalini o energia nervosa latente racchiusa nel Sistema Nervoso Centrale... per chiudere la porta alle preoccupazioni quotidiane... e per vincere i disturbi nervosi" (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, pp.9-13). Viene falsamente presentato come "ginnastica" ma il suo scopo è "prendere contatto con le forze segrete del corpo e far presa sulla corporeità occulta... sulle forze sottili... Il presupposto dello Hatha-Yoga è lo sviluppo della dottrina della corporeità integrale nelle sue corrispondenze macrocosmiche, nei termini di una elaborata anatomia e fisiologia occulte... I chakra (ruote) o padma (loti) sono supersensibili, sfuggono a qualsiasi ricerca condotta coi mezzi dello sperimentalismo moderno. Da essi si irradiano correnti di forza vitale luminosa le quali stanno in relazione con  le funzioni organiche psicofisiche... Un'altra speciale corrispondenza è quella dei sistemi organici con gli stati dei vari corpi... Tali stati secondo l'insegnamento yogico hanno sul piano fisico i loro 'precipitati', per così dire, nel sistema cerebrale, nel sistema nervoso, ecc... Circa le forme nelle quali nell'essere umano si trova rappresentata la dualità fondamentale Shiva-Shakti, il potere che nell'uomo sta alla sua coscienza chiara rappresenta Shiva; Shakti è invece rappresentata dal corpo come 'vita' nel senso di prana o soffio vitale che compenetra tutto l'organismo... l'opposizione tra Hata-Yoga e Jnana-Yoga non deve far pensare che il primo faccia a meno di discipline mentali e contemplative da una parte, di discipline riguardanti la volontà dall'altra. In realtà le une e le altre sono il presupposto di ogni forma di Yoga... Lo scopo dell'Hatha-Yoga è l'acquisto graduale di una percezione sottile di esso e delle forze che in esso agiscono. Uno degli equivoci che lo Yoga esportato in Occidente fa sorgere è di credere che esistano metodi 'fisici' per realizzazioni spirituali, cosa del tutto priva di senso perchè quando i testi indù parlano del fisico essi si riferiscono a qualcosa di molto diverso da quello che il fisico significa per l'europeo medio moderno... Lo yoga importato in Occidente è uno yoga minimizzato, adattato e praticato da quegli spiriti frivoli che credono che l'uno o altro 'esercizio' basti a conseguire chi sa che... I procedimenti 'fisici' dello Yoga hanno implicazioni non soltanto fisiche... il pranayama, o controllo del soffio, ha come scopo la presa di contatto con l'aspetto sottile del corpo [medianità]... Secondo i testi, la sensazione dello stato sottile del soffio o prana sarebbe analoga a quella della luce diffusa... può trasformarsi in una sensazione di calore in una fase successiva... A questo punto sarà avvenuto uno spostamento sul piano della coscienza. In effetti nello yoga il soffio viene considerato come il veicolo per passare dalla coscienza ordinaria di veglia a forme più profonde di coscienza... la via per penetrare nel corpo... Agli asana vengono associati dei mudra, segni o gesticolazioni, che hanno il valore di sigilli [magici]... Il sigillo sarebbe una specie di chiusura di circuito determinante un preciso stato fluidico [medianico]... Ma il lato essenziale dell'impiego degli asana e ancor più delle mudra è quello rituale o magico... Quello che conta negli asana è il 'senso del gesto' il significato simbolico-rituale della posizione perchè con essa l'uomo tende ad incarnare un dio [archetipi junghiani della magia sessuale], a trasformarsi nell'immagine di un dio, quasi in una sua statua, o a riprodurne un dato aspetto... Il punto di partenza è, cioè, una immagine vivificata e magica che il gesto umano va a riprodurre ritualmente. Su tale base, nella stessa immobilità del corpo vi è qualcosa di parimenti magico... Il gioco delle correnti e la chiusura del circuito degli asana e dalle mudra sono avvertiti soltanto da chi abbia già sviluppato un certo grado di sensibilità sottile del corpo... Nello Yoga la vivificazione o pranizzazione avviene talvolta per mezzo di energie sottili che si liberano dallo yogi durante lo stato di una sua assoluta, prolungata immobilità corporea, mentre egli fa dell'immagine l'oggetto su cui si concentra ininterrottamente il fuoco della sua mente" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.89.168.169.107.108.112.113.125.216).
La parola Hatha significa unione di "Ha" simbolo maschie positivo rappresentato con il sole con "Tha" simbolo femminile negativo rappresentato con la Luna; "con una interpretazione più profonda 'Ha' simboleggia esotericamente la mente positiva che si unisce al suo veicolo negativo 'Tha', il corpo e quindi l'Hatha Yoga è la scienza che unisce e coordina gli aspetti fisici e mentali dell'essere dell'uomo tramite la disciplina conscia dell'uomo... l'ammissione a certe scuole occulte orientali dipendeva dalla capacità da parte del Chela di rimanere immobile nella posizione Sukhasana per un periodo di tempo di tre ore" (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, pp.12.16). La parola Hatha "significa anche 'ostinazione' nella pratica dello Yoga... La salute e l'efficienza sono sorrette, afferma lo Yoga, dal mantenimento dell'armonia di due opposte 'correnti' che... trovano una analogia con quella elettrica ove abbiamo i poli positivo e negativo. Nell'uomo il positivo 'Ha' o 'Pingala' vibra dalla parte destra del corpo e il negativo 'Tha' o 'Ida' nella sinistra... Dalla buona vibrazione di queste due correnti dipendono la salute ed il buon andamento del complesso meccanismo umano. Lo scopo dell'Hata Yoga è quello di armonizzare, di unire in armonia questi 'poli' psico-fisici, e ciò significa 'satute' per chi mira solo alla propria efficienza, oppure, in senso più profondo, 'autorealizzazione' per chi aspira a fini superiori... Gli Yogi, scrive Yogendra, ritengono assolutamente possibile evitare la vecchiaia ed anche i vecchi possono ringiovanire con la continua ed accurata eliminazione del veleni del corpo... molte pratiche di ringiovanimento Yoga sono segrete e conservate gelosamente dagli iniziati indiani... Queste tecniche segrete di alchimia psicofisica hanno relazione con lo sviluppo di certi poteri supernormali in virtù dei quali lo Yogi può compiere cose meravigliose e inspiegabili alla mente occidentali" (Carlo Patrian, Yoga, Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), pp.20-21.23) [notiamo come l'Hatha Yoga operi nel campo magico delle "fumose e inesistenti energie orientali"]. Addirittura la "tradizione consiglia di praticare lo Hatha-Yoga su una pelle di cervo, o di tigre o anche di leopardo, in quanto hanno speciali proprietà magnetiche e isolanti, coperta da un grosso lenzuolo di cotone, giornalmente lavato... e di cominciare lo Hatha-Yoga in periodo di luna crescente... a stomaco vuoto... ricordando che allo yogi non è permesso fare uso di spezie" (Carlo Patrian, op.cit., pp.54.56.57.58).
Tra le tante tecniche dello Yoga, la Yoni Mudra consiste, tra le altre cose, nel recitare il mantra "Ham Sa" e "il Japa (ripetizione) del mantra deve essere fatto in concomitanza della respirazione agendo sulla mente conscia e subconscia per una esperienza conscia di Non-Pensiero" (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, p.25). Quando la mente è stata isolata nella tecnica yoga Yoni Mudra occorre una "pertica per salire a stati di coscienza più elevati... questa pertica è il mantra Ham Sa che significa 'Egli io sono' cioè io sono il Brahman o l'Assoluto... attraverso questa cantilena silenziosa o Audgita voi passate dal Pratyahara al Samyama (fasi superiori dell'Astanga Yoga: Dharana, Dhyana e Samadhi)... Va ricordato che come il Savasana (posizione yoga del cadavere) è la chiave segreta di stati di trance yogici , lo Yoni Mudra (posizione yoga in cui sono chiusi tutti i 6 orifizi del corpo) è la chiave dei Siddhi (poteri psichci), della chiaroveggenza e della chiaroudienza" (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, pp.26.27). Senza dilungarci sul samyama che prende forma attraverso fasi del sadhana, la seconda fase, il dharana, "preso in se stesso viene anche interpretato come procedimento ausiliario a finalità ipnogene, ossia destinato a neutralizzare il pensiero tanto da liberare l'energia puramente spirituale e da permetterle di agire non vincolata dai sensi... [inoltre] il samyama può venire usato per una conoscenza sovranormale e illuminante non soltanto delle essenze manifestantisi nel mondo esteriore ma... può avere per oggetto enti o poteri di piani e stati dell'esistenza privi di corrispondenze dirette nella comune esperienza umana. In quest'ultimo caso, la base del processo di dischiusura è costituito da simboli, figure e suoni e segni offerti dalla tradizione esoterica. E le operazioni sia del rituale tantrico che dello hatha-yoga si basano essenzialemnte su questo materiale... il dhyana, seconda fase del samyana è associato al simbolo grafico (yantra, mandala) o ad una formula (mantra) o a un mudra o ad una figura divina (devata). Come si è detto... mantra e yantra sono in relazione con le forme assunte dai poteri assunti sul piano sottile o causale [medianità]... i mudra invece sono 'forme pensiero' che darebbero un potere illuminante e rivelatorio... Il riferimento al prana indica che l'evocazione richiede intermediari vitali e psichici sul piano sottile una forza sul piano sottile... pratiche di animazione magico-fluidica... così il praticante immagina [e ottiene] il proprio e corpo e la propria persona, quelli della divinità... le visualizzazioni magiche sono destinate ad agire sulle varie correnti praniche e a provocarne i vari risvegli... pratiche del genere non sarebbero esenti da pericoli perchè ne potrebbero derivare forme di invasamento... Dalla contemplazione si passa all'unificazione di tutte queste energie: 'Fra questa Shakti e me non vi è differenza alcuna', 'Io sono Shakti e null'altro che Shakti'... 'Io sono la Shakti': questa idea porta a trasmutarsi in Lei... così si arriva al compimento acquistando i siddhi [poteri] e diventando siddha... il praticante che realizzi tutto ciò si muoverà liberamente simile ad un dio, non è un uomo ma un dio... e non vi è più nulla che debba adorare. Egli merita l'adorazione degli altri, ma nessuno la sua... imponendo le mani si spalma su tutta la superficie [del corpo] il fluido divino... la 'vita divina' fluisce attraverso gli organi materiali... il corpo di sottilizza... perchè fatto di mantra... Così il siddha è superiore a qualsiasi 'divinità' e ha potere sui tre mondi; nessun dio, nè Brahma, ne Vishnu, nè Hari Hara, potrebbe reistergli Così egli avrebbe, il line a di principio, la facoltà di fare quel che vuole e di impedire quel che vuole, su qualsiasi piano. Egli è signore della morte... Un potere spesso considerato nel tantrismo è il cosiddetto phowa, ossia il potere di proiettarsi fuori del corpo nei corpi cosmici... La parola del siddha è parola di potenza; tutto ciò che dice si realizzerebbe... In alcuni testi i siddhi sono considerati come segni d'ordine superiore... ma i poteri possono essere un ostacolo al supremo compimento... i poteri finiscono per creare dipendenza... traendo da essi il senso di sè e della propria libertà invece di averli indifferenti... così attraverso la potenza si ricadrebbe sotto la legge dell'esistenza condizionata... restando ostruita la soglia del mondo di chi si regge senza sostegno, del dio nudo, del sidereo portatore di scettro, che solo lui è il principio di ogni magia trascendente" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.103.124-127.212-213).
Il Raja Yoga sarebbe "la scienza che consente di creare una fusione tra la mente conscia e subconscia producendo così un terzo stadio che diviene Supercoscienza della mente " (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, p.72). Il Raja Yoga vede la mente come il "Re" e insegna il controllo della mente. "Il testo 'Yoga Sutra' di Patanjali è considerato il testo classico dello Raja Yoga. I suoi quattro capitoli trattano la disciplina della mente e del potenziale psichico. 'Ashtanga Yoga', come viene spesso chiamato il libro di Patanjali, è uno studio specifico dei quattro rami esoterici dello Yoga. Questo quattro rami sono: Pratyahara (talvolta considerato una parte di Bahira-anga, o come la fase di transizione da Hatha a Raja); Dharana (concentrazione); Dhyana (concentrazione sostenuta); e Samadhi (stati d'estasi, realizzazione e coscienza cosmica)... La concentrazione è la chiave dei Siddhi, i cosidetti poteri sovrannaturali (facoltà veramente supranormali latenti in tutti noi), come la memoria fotografica, l'autoanestesia, il calcolo mentale. ecc. Secondo la tradizione, il Raja Yoga conferisce allo studente i poteri psichici più spettacolari sottoforma di telepatia, chiaroveggenza, psicometria e fenomeni relati che appartengono al campo della paraspicologia... il Raja Yoga permette l'elevazione del quoziente di intelligenza individuale ben superiore alla media o addirittuara al livello del 'genio'... Il Raja Yoga insegna che possiamo 'magnetizzare' o 'polarizzare' il corpo con le correnti mentali... tramite le funzioni dei nervi psichici o Nadi... così viene controllata direttamente l'energia nervosa o Prana entro il corpo... il corpo deve essere orientato in modo da usare il campo magnetico della Terra... incominciando la polarizzazione si visualizza un'inalazione lenta e regolare di energia positiva, solare, pranica... attraverso la sommità del capo fino ad uscire dalle piante dei piedi... poi si visualizza l'energia negativa o apranica o lunare che dalle piante dei piedi esce dalla sommità della testa... la sensazione è simile ad una corrente elettrica... Di regola la il Savasana e la Polarizzazione possono venire usati insieme per assicuarare il conseguimento dello Yoga Nidra... Per favorire la concentrazione occorre costruirsi un Dharana Yantra o diagramma di concentrazione... Questo esercizio sgela la mente conscia, allentando la tensione e permettendo un libero flusso lungo la corrente di associazione delle riserve della memoria preconscia e subconscia... Lo Yogi considera la mente come l'evoluzione più elevata dell'energia, e questa teoria non è limitata alla mente individuale ma vale per l'universo nella sua totalità. Lo Yoga afferma che lo stato supremo e originale dell'universo è l'energia sottoforma della 'Mente Cosmica'... Quando la Mente Cosmica si manifesta nel costruire la materia, l'energia fondamentale coinvolta in fenomeni come la coesione, l'elettricità, il magnetismo, ecc., viene chiamata 'Prana'. Il Prana è l'energia cinetica base dell'universo. Tale cosmologia conduce naturalmente alla teoria che, poichè la Mente è tutto e una sua forma fondamentale è chiamata Prana, allora la mente di ogni individuo deve essere in grado di controllare il Prana e energia nervosa esistente nel copro fisico. Contrariamente alla scienza occidentale, la scienza orientale sostiene che l'energia nervosa esistente nel corpo può venire accresciuta, accumulata e controllata a volontà dalla mente. Il controllo dell'energia (Prana) si apprende mediante il Pranayama che significa appunto controllo dell'energia e che comporta esercizi di respirazione [il PRANA o KI o KUNDALINI per la scienza galileiana NON ESISTE]. Viene postulato infatti che il respiro apporta nel corpo il Prana, oltre che l'ossigeno... Il Raja Yoga insegna che la mente può venire fatta circolare consciamente in tutto il corpo... Gli yogi individuano 16 arree vitali del corpo sulle quali concentrano il Raja Yoga e l'Hatha Toga chimate Marmasthanani" (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, pp.28.30-34.36.39.42-43).
Nello Yoga otto tappe o livelli o ausilii, i primi cinque indiretti e gli ultimi tre diretti, conducono l'uomo ad annullare il proprio io e quindi a conseguire la fusione con la Divinità:
1) Le 5 astensioni (yâmas, "astensioni"): Non uccidere o ferire esseri viventi, non mentire, non rubare, non indulgere alla lussuria, non accettare doni e compiere il proprio dovere disinteressatamente. 
2) Le 5 osservanze (niyâmas, "osservanze" della purezza): Purificarsi interiormente ed esteriormente attraverso la pulizia corporale, la sobrietà, l'ascetica, lo studio delle Scritture, la devozione alla Divinità e la recita di fromule sacre (prima fra tutte la sillaba om), la dedizione totale verso il proprio maestro (guru). 
3) Le posizioni rituali (âsana, "posizione"): Assumere quella posizione che si può conservare senza sforzo più a lungo possibile, affinchè il corpo non disturbi l'attività della mente. Non si tratta quindi di rendere sciolto il corpo, ma di arrivare a dimenticarsi di averlo.
 4) Il controllo del respiro (prânayama, "controllo del respiro"): Intervallare quanto più a lungo si può la inspirazione per permettere alla mente di liberarsi dall'impaccio del corpo e dominare gli stati affettivi . C'è  infatti relazione tra respirazione e stati di coscienza, poichè quanto più la respirazione è ridotta tanto più la mente è libera di raggiungere stati "sottili" normalmente inaccessibili
5) Il controllo dei sensi (pratyâhâra, "annullamento" o "controllo degli organi del senso"): Staccare i sensi da ogni oggetto esteriore per concentrarli solo sul mondo interiore sì che l'intelletto, liberato dai legami sensoriali esterni, potrebbe conoscere tutte le cose nella loro essenza. 
6) L'attenzione fissa (dhâranâ, "concentrazione"): Fissare un solo oggetto esterno, come un punto luminoso o interno, come immagine evocata nella mente per eliminare qualsiasi pensiero.  
7) La contemplazione o meditazione (dhyâna, "concentrazione più intensa "): La mente si innalzerebbe verso sfere che trascendono il pensiero stesso. 
8) La concentrazione supercosciente (samâdhi, "immersione" o "illuminazione" o "concentrazione supercosciente"): Identificare la mente con l'oggetto pensato, dapprima conservando la coscienza dell'oggetto e quindi del proprio io pensante; e poi annullando la coscienza, per cui il soggetto diviene oggetto della concentrazione. Sarebbe la Liberazione, allorchè il sè umano è dissolto nel "Grande Sè" del "Mondo" con l'assoluta coincidenza di pensiero e oggetto del pensiero e quindi il passaggio dal conoscere all'essere.
"Lo Yoga è l'unione con la Vita nella sua totalità... Il tentativo dell'uomo di integrarsi e di diventare una sola cosa con il vortice della vita da cui è scaturito hanno cambiato aspetto allo yoga di secolo in secolo e di ambiente in ambiente e di civiltà in civiltà... il risultato fu l'evoluazione di molti tipi di Yoga, ognuno dei quali è adatto alle particolari esigenze individuali. Alcuni sono: Hatha, Bhakti, Karma, Gnana, Raja e Laya... le tecniche yoga possono essere usate per il mantenimento dell'equilibrio psicologico, l'addestramento delle facoltà di concentrazione e l'esplorazione della possibile liberazione dell'energia nervosa latente nell'organismo... molte di queste tecniche sono considerate esoteriche e quindi vengono trasmesse dal Guru al Chela sotto forma di insegnamento orale... Ritengo che queste techiche Yoga possono venire utilmente sperimentate e assimilate dagli occultisti occidentali. Non è irragionevole, se consideriamo che il nostro patrimonio occulto occidentale è indebitato nei confronti delle fonti dravidico-ariane non meno nei confronti della cultura egizia e semitica" (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, pp.7-9).
Il Laya Yoga è un altra sedicente "scienza che permette di liberare l'energia latente nel sistema nervoso umano... è la chiave che cerca di schiudere le riserve delle energie nascoste dell'uomo. Questa energia latente è chiamata kundalini è simboleggiata da un serpente avvolto su se stesso per tre spire e mezzo. La simbologia del serpente ci da le implicazioni segrete della 'kundalini'. Il serpente è simbolo sessuale fin dai tempi più remoti, e questo ci dice che la Kundalini è intimamente connessa con l'espressione sessuale dell'uomo. Infatti l'attività sessuale dell'uomo scaturisce dalla forza Kundalini, ed è l'esempio più concreto di una energia latente in noi che ha effetti tanto vasti sulla nostra vita. L'orgasmo dell'unione sessuale, si dice, è simile al tremito e alla beatitudine dell'ascesa della Kundalini. Questo nesso tra attività sessuale e la Kundalini ha portato a svilupparsi due diverse scuole di pensiero. La scuola Tantra insegna l'ascesa e la liberazione della Kundalini usando l'atto fisico del rapporto come canale attraverso il quale si esprime questa energia. La scuola Yoga insegna che l'attività sessuale deve essere interrotta (Bramacharya), reprimendo così la kundalini fino a quando la pressione diviene sufficientemente forte perchè la sua energia si desti. Entrambe le scuole possidono metà della chiave, nei loro rispettivi punti di vista, e il risultato è che entrambe hanno confuso completamente gli occidentali, i quali si sono dati alla pratica degli esercizi non del tutto innoqui prescritti dall'una o dall'altra tradizione. Il serpente, oltre simboleggiare l'istinto della procreazione, rappresenta la saggezza... la saggezza del controllo mentale... Pertanto l'individuo che destasse la Kundalini senza aver acquisito prima il controllo della propria mente mediante le discipline Raja Yoga, correrebbe il rischio di una infermità mentale... Il serpente è avvolto per prepararsi a scattare e così la Kundalini dentro di noi come una molla è pronta a passare dall'energia statica potenziale alla manifestazione cinetica, nelle condizione adatte. I tre avvolgimenti rappresentano i tre stadi dell'energia: positiva, negativa e neutra, mentre il mezzo avvolgimento rappresenta la Kundalini sempre in prociento di passare dalla manifestazione statica a quella cinetica. In Oriente si insegna che, come l'incantatore di serpenti, deve per prima cosa rendersi immune ai veleni, lo studente Laya Yoga deve prepararsi al trauma del risveglio della Kundalini, o subirne le conseguenze. Inoltre deve sapere e ricordare che risvegliare la Kundalini è più facile che controllarla e dominarla. Gli antichi Yogi mediante il Raja Yoga divennero così consci di se stessi che sentivano interiormente i vasi sanguigni e i nervi. Da questa introspezione nacque una teoria relativa all'esistenza di certi Nadi o nervi psichici attraverso i quali poteva manifestarsi la Kundalini. Di questi canali astrali, i tre più importanti vennero chiamati Ida, Pingala e Sushumna... Lo scopo del Laya Yoga consiste nel destare la Kundalini e nel forzarla ad ascendere lungo Sushumna, svegliando i centri vitali situati lungo il percorso (chakra) e unendosi finalmente con il centro alla sommità, il Sahasrara, dove si compie l'unione tra la Shakti della Kundalini (energia femminile e negativa) e la Shakti di Shiva (energia maschile o positiva)... Ogni chakra o centro psichico quando viene toccato dall'ascendente kundalini, pone per così dire in coabitazione il Dio e la Dea che dimorano al suo interno... Solitamente si insegna che il corpo umano contiene sette centri psichici principali, cinque situati lungo la spina dorsale e due nella testa. Questi centri sono chiamati Chakra ('ruota', che esprime il movimento) o Padma ('loto' come qualcosa che cresce perchè i centri psichici in noi devono pieanmente svilupparsi ma devono ancora schiudere i loro petali). Un centro psichico (Chakra o Padma) può essere definito come un vortice rotante di energia situato al punto di congiunzione tra il corpo e la mente... Ogni chakra è correlato con una ghiandola importante e un centro nervoso del nostro organismo" (John Mumford, Yoga psicosomatico, ed hermes, Roma 1980, pp.46-49).
Nella pseudofisiologia occulta orientale l'uomo vivrebbe grazie all'assorbimento del Prana e vi sarebbero (cfr Carlo Patrian, Yoga, Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), p.26):
  • 72000 inesistenti condotti "superfisici" (o preternaturali) detti Nadi.
  • i chakras o khorlos in relazione ai centri nervosi e alle "facoltà metapsichiche" che "trovano corrispondenza con i centri di forza della Teosofia". "Ogni chakras permette di entrare nel vari mondi superfisici o Lokas... il mondo sottile" [siamo in pieno spiritismo!!!].
  • Tre inesistenti "condotti pscichici": la Sushumma che penetrerebbe l'asse cerebro-spinale; la Ida che sul lato sinistro della Sushumma sarebbe polarmente negativa; e la Pingala che sul lato destro della Sushumma sarebbe polarmente positiva. Dice Arthur Avalon (Sir John Woodroffe), Il potere del serpente, ed Mediterranee, Roma 2002, pp.86.90.91: "Nell'occultismo tantrico... I condotti della forza pranica o vitale sono i nervi chiamati Nadi, che, si pensa, esistono a migliaia nel corpo... Di codeste Nadi le principali sono 14 e di queste 14 le più importanti sono Ida, Pingala e Sushumna".
  • Nel chakra Muladhara "vi è l'energia segreta serpentina kundalini-shakti che destata da appropriate tecniche yoga ascende lungo i Sushumna-nadis, rende attivi i vari chakras e lo Yogi acquista i poteri e le conoscenze corrispondenti. Quando la kundalini raggiunge Sahsrara, lo Yogi entra in una trance profonda riducendo al minimo tutte le attività biologiche per questo stadio letargico catalettico del samadhi, estasi d'unione con la coscienza cosmica o stato di leberazione (moksha o mukti).
  • "L'anima è un duplicato del corpo un 'doppio' o corpo sottile che interpenetra il fisico irradiandosi per circa 30 cm attorno, formando la cosiddetta AURA o luce pericorporea. A sua volta il 'doppio' è un insieme di 'doppi' di sostanze immateriali interpenetrantisi, di natura vitale psichica e mentale in costante vibrazione e con colorazione variabile secondo i pensieri e le emozioni dominanti. Il 'doppio' o corpo sottile è visibile ai SENSITIVI, agli ipnotizzati, si può condensare e rendere visibile ad altri al momento della morte o nelle apparizioni dei defunti... Durante il sonno il corpo sottile si stacca dal corpo materiale restando però in contatto magnetico con lo stesso, può allontanarsi più o meno secondo il grado di evoluzione dell'individuo... Lo sdoppiamento psichico può essere controllato con speciali tecniche Yoga..." (Carlo Patrian, Yoga, Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), p.48).
  • Tramite la ripetizione (Japa) del mantra, simbolo o suono della divinità, "viene stimolata la vibrazione di una o più parti del corpo e di quelle sottili per il conseguimento dei poteri sovrannormali e d'illuminazione" (Carlo Patrian, Yoga, Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), p.42). Aggiunge Julius Evola: "L'uso dei mantra come formula o sillaba magica risale al periodo vedico. Esso ha una parte di rilievo nel tantrismo, a tal segno che in alcuni suoi aspetti si è potuto chiamare la 'via dei mantra' (mantrayana)... sono suoni 'occulti', sono 'masse' di potenza immateriale... col mantra il nome non evoca più l'immagine di un oggetto bensì il potere, la shakti di esso... la lingua degli dèi... perchè il mondo finito e corporeo è soltando un modo di apparire di quello sottile o sovrasensibile... I centri vitali sottili dell'organismo [chakra] umano sono in relazione con i mantra e vengono concepiti come 'sedi' delle stesse forze e degli stessi poteri... La tecnica più usata per il risveglio di un mantra è la sua ripetizione (japa)... Le vibrazioni si sommano interessando per via subcosciente varie forze e vari centri sottili del corpo... Alla volontà individuale il mantra fornisce dunque un corpo di potenza... un potere divino... Peraltro è un insegnamento delle tradizioni magiche occidentali che gli 'spiriti' non possono non obbedire a chi ne conosca veramente il 'nome'... Il mantra ha il valore di uno degli strumenti del sadhana" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.130-137).